Nuovi sviluppi delle indagini sulle presunte plusvalenze fittizie da parte della Juventus. Secondo la Gazzetta dello Sport, sarebbe stata ritrovata la carta di Cristiano Ronaldo, quella “che non si deve trovare”, da quanto emerso attraverso una intercettazione.
- La scrittura privata tra Ronaldo e Juventus e la "manovra stipendi"
- Juve nel caos: addio Champions e bilanci nel mirino della Procura
- La Juve trema: il processo plusvalenze può riaprirsi anche a livello sportivo
La scrittura privata tra Ronaldo e Juventus e la “manovra stipendi”
Questa carte, nella fattispecie, sarebbe una scrittura privata. Essa prevedeva un accordo tra il club bianconero e l’asso portoghese, che avrebbe dovuto ricevere una somma pari a 19,9 milioni di euro anche in caso di addio. Una cifra che, secondo il pool di magistrati di Torino che sta lavorando sull’inchiesta denominata “Prisma”, non sarebbe mai stata contabilizzata dalla Juventus a bilancio, dal quale sarebbero quindi sparite quattro mensilità. Un filone che si inserisce all’interno della “manovra stipendi 2020-2021“, messa in atto per contenere i danni causati dalla pandemia di Coronavirus: in questo ambito la Juve avrebbe depositato in Lega accordi privati con i giocatori condizionati alla permanenza di questi in bianconero, mentre dai notai sarebbero stati trovati altri accordi incondizionati e non iscritti a bilancio.
Juve nel caos: addio Champions e bilanci nel mirino della Procura
Sempre secondo le rivelazioni pubblicate dalla Gazzetta dello Sport, “secondo l’accusa la Juventus avrebbe truccato i bilanci 2018, 2019 e 2020 con 115 milioni di plusvalenze artificiali, per nascondere l’erosione del capitale sociale e proseguire indebitamente la negoziazione del titolo in Borsa”. Tutto questo, dopo la bruciante eliminazione dalla Champions League, avvenuta nella fase gironi e, per giunta con una giornata di anticipo dopo la sconfitta (la quarta in cinque partite) avvenuta all’Estadio Da Luz di Lisbona per 4-3 per mano del Benfica. Per la formazione di Massimiliano Allegri, ora, l’unica possibilità di restare nelle competizioni internazionali, resta il terzo posto, ancora tutto da conquistare, che vale la “retrocessione” in Europa League.
La Juve trema: il processo plusvalenze può riaprirsi anche a livello sportivo
Tra i vari indagati dell’inchiesta “Prisma”, ci sono il presidente bianconero Andrea Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedved e l’amministratore delegato Maurizio Arrivabene, quest’ultimo considerato solo “persona informata sui fatti” durante i primi passi dell’indagine. L’ex team principal della Ferrari ha parlato poco prima della partita contro il Benfica, invocando il diritto alla difesa: “Come sempre in Italia i processi si fanno prima sui media e poi nelle sedi adeguate”.
Arrivabene e gli altri indagati avrann0 20 giorni per presentare le proprie memorie difensive e scegliere se farsi interrogare, ma gli sviluppi più preoccupanti potrebbero riguardare il lato sportivo, con la possibile riapertura dell’inchiesta già archiviata e che non ha portato a condanne. Tutto dipenderà dal contenuto delle intercettazioni di cui è entrata in possesso la Procura di Torino, in costante contatto con quella Federale: quest’ultima potrebbe chiedere gli atti qualora emergessero fatti nuovi e a quel punto la Figc potrebbe richiedere la revoca della decisione della Corte Federale d’Appello, che ha assolto la Juve e le altre società coinvolte nell’inchiesta plusvalenze.