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Imane Khelif, terzo posto tra le sportive dell’anno secondo AP: negli Stati Uniti si riaccende la polemica

La pugile algerina ha chiuso al terzo posto ma con soli 4 voti nella classifica stilata dall’Associated Press che ha inserito Caitlin Clark e Simone Biles nelle prime due posizioni

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Un podio, solo 4 volti e l’immancabile polemica. Imane Khelif continua a far notizia anche se sono passati mesi dalla sua affermazione ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. L’atleta algerina è diventata una star oltre il ring e oltre i confini del suo paese e ora finisce anche nella prestigiosa classifica stilata dall’Associated Press.

Il premio dell’Associated Press

Come ogni anno, la famosa agenzia di stampa Associated Press ha assegnato il titolo di sportiva dell’anno. Un premio che nella sua edizione 2024 è andato alla cestista Caitlin Clark, la giovane giocatrice di Indiana che ha saputo riaccendere i riflettori sul basket femminile a stelle e strisce. Un gruppo di 74 giornalisti sportivi è stato chiamato a scegliere l’atleta donna dell’anno e in 35 hanno scelto proprio la giocatrice che ha vinto con 35 voti. Alle sue spalle si è piazzata una leggenda dello sport americano come la ginnasta Simone Biles con 25 voti. E fin qui tutto normale. Le polemiche sono arrivate quando è stato annunciato il terzo posto di Imane Khelif con i suoi 4 voti.

Le critiche per la decisione di AP

Il terzo posto di Imane Khelif ha scatenato un’ondata di critiche negli Stati Uniti con tante personalità che hanno fatto sentire il proprio dissenso per questa decisione. Tra queste l’ex presentatrice di Espn, Charly Arnolt: “Ha senso questa decisione? Si tratta di una persona della quale non sappiamo neanche realmente quale è il suo genere biologico”. La Arnolt ha lasciato il network televisivo lo scorso anno dopo la decisone di trasmettere un omaggio alla nuotatrice transgender Lia Thomas nel corso del mese dedicato alle donne. Altra voce critica è stata quella dell’ex nuotatrice Riley Gaines: “Dimentichiamoci della giustizia. Il Cio ha messo le sue rivali in pericolo facendole salire su un ring con uomo che aveva come solo obiettivo quello di metterle ko”.

Il passaggio al professionismo e il lavoro con l’Unicef

La vittoria della medaglia d’oro alle Olimpiadi ha aperto molte porte a Imane Khelif che ha deciso di abbandonare i dilettanti per diventare professionista: “Era un desiderio che avevo da tempo – ha dichiarato in una recente intervista a Repubblica – Ho deciso di seguire la mia ambizione”. E nella sua vita ora c’è anche un lavoro con l’Unicef: “La visita ai campi profughi Saharawi è stata una delle esperienza più belle che abbia vissuto. Ho incontrato tantissimi bambini, ho visto come vivono, l’impegno che mettono nella lettura e nello sport. Quei piccoli non sono fortunati. Sono felice di poterli aiutare”.

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