Pensi alle donne degli sportivi e non puoi fare a meno di guardare a quelle del mondo del calcio, dove visibilità e notorietà vanno a braccetto che è un piacere. Ma da qualche tempo a questa parte sono le donne dei ciclisti quelle che riempiono di più le pagine dei giornali, magari meno “in rosa” e più legati alla stretta attualità. Con Pogacar il gioco è semplice: Urska Zigart, la sua fidanzata, è ciclista pure lei e l’idillio va che è un piacere. Oumi, la moglie di Remco Evenepoel, è finita nel mirino perché additata di voler “manovrare” e sfruttare economicamente il marito. Trine Marie Hansen, la moglie di Vingegaard, semplicemente ha fatto capire di essere una che non le manda a dire.
- La ricetta di Trine Marie: "La vera ricarica è stare in famiglia"
- Vingo fa il "diplomatico" e ammette: "Solo ora mi sento bene"
- La difesa della Visma: "Parole gonfiate, ma Jonas lo sa..."
La ricetta di Trine Marie: “La vera ricarica è stare in famiglia”
L’ultima polemica che ha preso piede anche nei giorni concitati del via del Tour de France riguarda proprio le lamentele a mezzo stampa diffuse dalla signora Vingegaard. Che al maggiore quotidiano danese ha parlato di suo marito (fino a prova contraria, lo sportivo più importante di Danimarca) accusando platealmente la sua squadra, la Visma Lease a Bike (che paga Vingo poco meno di 4 milioni di euro a stagione), di sfruttarlo eccessivamente e di spingerlo oltre il limite fisico.
“Si, dico che la Visma lo sta spingendo decisamente troppo. Ho paura che Jonas abbia acceso la candela da entrambi i lati e la stia bruciando in fretta. Per rendere al meglio, lui ha bisogno di ricaricarsi e di stare un po’ in famiglia, perché quella è la medicina migliore. Non si ricarica certo stando in altura tre settimane a preparare le corse, anche se per qualche preparatore andare in ritiro per così tanto tempo può sembrare la cosa migliore da fare in vista di appuntamenti come il Tour.
Capisco che la Visma voglia vincere il Tour, ma forse non ha compreso che così facendo procura più danni che benefici a Jonas”.
Vingo fa il “diplomatico” e ammette: “Solo ora mi sento bene”
L’affondo di Trine Marie non è passato inosservato e ha trovato nel marito una sorta di alleato, seppur con fare molto “diplomatico”. “Dopo la caduta al Giro dei Paesi Baschi dell’aprile del 2024 ho impiegato quasi un anno a recuperare dall’incidente. Solo ora posso dire di sentirmi davvero come mi sentivo prima di quell’incidente”.
È un messaggio velato rivolto alla Visma, che non prese bene ad esempio la decisione del danese di rinunciare a correre la Vuelta 2024, poiché proprio in quel periodo sua moglie stava per dare alla luce il secondo figlio. Vingo è sempre allineato con sua moglie, tanto da aver chiesto all’UCI di inserire anche il cognome della consorte nella sua scheda (anche se poi nessun organo di informazione tende a inserirlo nelle cronache legate al ciclismo).
E Trine Marie dopo la caduta alla Parigi-Nizza dello scorso marzo si lamentò sempre a mezzo stampa chiedendo che la Visma dicesse come stesse davvero suo marito, che solo poche settimane dopo ammise di aver subito una commozione cerebrale. Questo per dire che i rapporti tra la signora Vingegaard e la squadra olandese sono tesi da tempo. “So bene che un ciclista professionista deve trascorrere tanto tempo lontano dalla famiglia, però ancora non sono andato in burnout”, ha provato a minimizzare Jonas. Ma la risposta ha convinto pochi.
La difesa della Visma: “Parole gonfiate, ma Jonas lo sa…”
La Visma, sentendosi chiamata in causa, ha preferito glissare e rispondere semplicemente nel merito delle accuse che la moglie del danese ha rivolto alla squadra, arrivando anche a dubitare che possa aver pronunciato le parole riportate dalla stampa locale.
“Ovviamente bisognerebbe chiedere a Trine Marie se ha detto effettivamente quelle cose o se sono state gonfiate ad arte per fare notizia”, ha spiegato il diesse della Visma, Grischa Niermann. “Quello che posso dire è che la collaborazione tra la famiglia Vingegaard e la nostra squadra è sempre stata in sintonia con le esigenze di tutte le parti in causa.
A febbraio, ad esempio, decidemmo di comune accordo di non far svolgere il ritiro in altura a Jonas, allo scopo di consentirgli di stare di più in famiglia. Poi è chiaro, arriva il Tour e qualche sacrificio va fatto per presentarsi al massimo della condizione, ma questo Vingo lo sa. Se lo vedete così in forma è perché ha lavorato tanto, anche se questo gli è costato del tempo prezioso da passare a casa”. Panni sporchi lavati, ma non necessariamente tra le mura domestiche.