Mentre continuano a spuntare dettagli inediti sulla presunta truffa riguardante l’esame di italiano sostenuto da Luis Suarez presso l’Università per Stranieri di Perugia, il web si divide tra coloro che accusano la Juventus di essere la “mandante” dell’illecito e i tifosi bianconeri, che difendono a spada tratta la società e negano ogni addebito, sottolineando come il Pistolero non fosse più un obiettivo del club quando s’è presentato davanti alla commissione di esame.
Per Mughini Suarez è stato raccomandato
Tra i difensori della Juve c’è naturalmente anche Gianpiero Mughini che, tuttavia, assume una posizione particolare nel pezzo firmato su Dagospia. Secondo l’opinionista, infatti, Suarez avrebbe goduto sì di una raccomandazione, ma nell’intera vicenda non sarebbe configurabile alcun reato di corruzione.
“Che il ‘pistolero’ fosse stato “raccomandato” quanto al suo esame di italiano, è cosa che ça va sans dire. Del resto tutto in Italia cammina a questo modo”, spiega Mughini, che afferma come, a suo parere, la Juventus abbia di sicuro provato a forzare i tempi della burocrazia, prima di mollare l’affare il 15 settembre, ovvero una settimana prima che scoppiasse lo scandalo.
Ma non si può parlare di corruzione
Mughini sostiene anche che i vertici dell’ateneo perugino soffrissero di complesso d’inferiorità nei confronti della Juventus e dello stesso giocatore: “Come si faceva a prendere a calci negli stinchi una rockstar del football da 10 milioni netti di euro l’anno?”, si domanda lo scrittore.
Per Mughini è cento volte vero che una delle dirigenti dell’Università per Stranieri sia juventina. Ma anche “che non esista al momento uno straccio di prova di una possibile ‘corruzione’ da parte della Juve è duecento volte vero”. E, infine, “che questo ‘affaire’ non avrebbe avuto le prime pagine dei giornali se non ci fosse di mezzo la Juve è cinquecento volte vero”.