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La nuova vita di Julio Cesar

L'ex portiere brasiliano, presente a San Siro in occasione del derby, ha parlato dell'Inter di Conte.

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La nuova vita di Julio Cesar Fonte: 123RF

Julio Cesar, uno degli indiscussi eroi del Triplete nerazzurro, ha rilasciato un’intervista per la Gazzetta dello Sport parlando della nuova Inter di Antonio Conte e del suo futuro dopo aver appeso i guantoni al chiodo.

In occasione del derby che ha visto trionfare la Beneamata sul Milan di Giampaolo, l’ex portiere brasiliano era presente a San Siro: “Ho visto una squadra bella, tosta e organizzata. Il lavoro di Conte sta venendo fuori alla grande, lui è un tecnico che tende alla perfezione e i giocatori sembrano averlo capito. Non era scontato, è anche merito suo. Con Conte l’Inter resterà in tensione fino a fine campionato, l’ho capito quest’estate quando l’ho conosciuto nella tournée asiatica e le prime partite stanno confermando la mia impressione. È un vincente”.

Julio Cesar, però, non vuole fare alcun confronto con Mourinho: “Niente paragoni, sono due grandi tecnici molto professionali. I tifosi adorano José perché ha fatto cose incredibili, spero che Conte possa seguirlo. Scudetto? Dopo 9 anni sarebbe anche ora. Tanti avevano dubbi su Conte, forse per il passato juventino. Discorsi senza senso: è un grande professionista e la maglia non c’entra. È un top”.

La difesa dell’Inter, secondo il brasiliano, è solidissima: “Handanovic, Godin, De Vrij e Skriniar singolarmente sono fortissimi. Se, come credo, riusciranno a fare reparto, saranno un blocco. In Italia si lavora tanto sulla difesa. Prima di dire che sono i migliori, però, devono vincere: servono i risultati, è il calcio. Handanovic è uno dei tre portieri più forti al mondo con i miei connazionali Alisson ed Ederson. Ha meno attenzione mediatica perché non è andato avanti in Champions, non ha avuto occasioni come altri. Ma chi lo conosce non ha dubbi”.

Infine spende due parole su Lukaku e svela il suo futuro: “Lukaku ha un fisico bestiale e il senso del gol di un attaccante vero. Non è facile cambiare lingua, Paese, calcio e abituarsi velocemente, mi sembra che ci stia riuscendo. Una persona positiva: con le sue parole ha anche dato una sberla con educazione ai razzisti da stadio. È una sfida che il calcio sta combattendo da oltre vent’anni e che va vinta. Io farò l’agente, seguo corsi, studio e sto organizzando un’attività dove vivo a Lisbona”.

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