La sua non è una polemica, ma un atto di resistenza umana per quanti – come lui – sono diabetici: Alexander Zverev a valle del successo con Dimitrov ha rivelato – con un intento esplicito – che l’organizzazione del Roland Garros non gli permette di iniettarsi le sue dosi di insulina durante le partite.
E per chi, come Zverev, è diabetico di tipo 1 da quando aveva tre anni è una sentenza opinabile.
- La protesta di Zverev contro il regolamento
- Le sue parole choc in conferenza stampa
- La convivenza difficile con il diabete di tipo 1
- Gli sportivi diabetici
La protesta di Zverev contro il regolamento
Il campione ha rivelato la malattia pochi mesi fa, pur essendo all’apice del tennis mondiale e ai vertici della classifica ATP da altrettanto: una scelta, la sua, condivisibile e rispettabilissima dettata da ragioni di privacy. La decisione di rompere il silenzio è stata dettata da quanto avvenuto ai quarti di finale del Roland Garros 2023, a Parigi, quando ha chiesto al giudice di sedia durante un cambio campo di potersi somministrare l’insulina.
L’arbitro ha risposto che da regolamento non avrebbe potuto farlo a bordo campo, ma avrebbe dovuto chiedere una pausa toilette (sono consentite due pause in un match) e farlo nello spogliatoio.
Le sue parole choc in conferenza stampa
In conferenza stampa dopo l’ottavo contro Dimitrov (piegato tre set a zero), gli è stato chiesto quanto e se ciò avesse condizionato la sua carriera.
Zverev ha colto l’occasione offertagli da un quesito legittimo, inevitabile per via dei presupposti e della decisione di rendere pubblica la sua condizione, infilando una risposta per l’organizzazione del Roland Garros netta:
“Nei tornei ATP mi inietto l’insulina durante i cambi campo, ma qui non è stato possibile. Sono stato costretto ad uscire dal campo e mi hanno detto che lo avrebbero considerato come toilet break, ma ce ne sono soltanto 2 per partita, e in un match su 5 set potrei aver bisogno anche di 4 o 5 siringhe per la mia salute. Una situazione assurda, perché se io non prendo l’insulina posso sentirmi male. Cos’è? Sembra che mi stia dopando”.
“Se lascio il campo per farlo negli spogliatoi mi vale come una pausa per andare in bagno. Ho parlato con loro gli ho detto: ‘Abbiamo solo due pause a partita, ma in una partita da cinque set potrei aver bisogno anche di quattro o cinque siringhe. Questo è necessario per la mia salute”. “Ho chiesto di uscire dal campo, anche solo per cinque secondi. Me lo hanno vietato. Tutto questo non ha senso”.
Zverev a Parigi, impegnato nel Roland Garros
La convivenza difficile con il diabete di tipo 1
Zverev ha scoperto di essere diabetico all’età di circa quattro anni. Il diabete di tipo 1, che è poi la malattia del campione è una patologia cronica autoimmune che porta il sistema immunitario a distruggere le cellule del pancreas che producono insulina. È chiamato anche diabete giovanile, perché può insorgere anche in giovane età, persino da bambini e, per ora, è una malattia che non ha cura.
Il campione tedesco ha valutato e deciso di parlare pubblicamente della malattia soltanto nel 2022, ammettendo le difficoltà vissute per raggiungere i risultati tennistici conseguiti. La malattia, il diabete, poteva essere un ostacolo insormontabile per uno sportivo:
“Mi era stato detto che non ce l’avrei mai fatta a fare sport a questi livelli con il diabete di tipo uno. Diversi medici specialisti mi dicevano che sarebbe stato impossibile essere competitivi. Poi, a un certo punto, ho realizzato che ero diventato il numero 2 del mondo, avevo vinto l’oro olimpico, ed era arrivato il momento di aiutare gli altri”, aveva ammesso su Instagram nel corso della presentazione della Alexander Zverev Foundation, la sua fondazione legata alla lotta e al supporto ai bambini che soffrono di diabete.
Gli sportivi diabetici
Anche nel calcio professionistico, alcuni dei nomi di prima fascia hanno deciso di rendere nota la loro condizione: sono diabetici Borja Mayoral, della Roma, Nacho Fernandez, campione del Real Madrid, Paul Scholes e Ozan Kabak, per citarne alcuni.
Di recente anche l’ex campione del Milan, Massimo Ambrosini, ha rivelato che il suo terzo figlio ha il diabete di tipo 1, rendendo pubblico questo dettaglio relativo alla salute del bambino, nella convinzione che condividere e sostenere in forma trasparente possa essere di maggior supporto e aiuto alle famiglie e ai piccoli pazienti.