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Lazio, Sarri si presenta: "Nessun dualismo con Mourinho"

Al centro sportivo di Formello il nuovo tecnico dei biancocelesti ha tenuto la sua prima conferenza stampa.

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Lazio, Sarri si presenta: "Nessun dualismo con Mourinho" Fonte: Getty Images

Maurizio Sarri si è presentato oggi in conferenza stampa come nuovo allenatore della Lazio al centro sportivo dei biancocelesti a Formello. Il tecnico, che prende il posto di Simone Inzaghi approdato all’Inter, torna su una panchina dopo l’anno “sabbatico” che ha fatto seguito alla stagione dello scudetto alla Juventus, vinto il quale fu esonerato.

“Io questo grande dualismo con Mourinho non riesco a vederlo – ha esordito Sarri parlando di colui che sarà il suo diretto avversario nelle stracittadine contro la Roma -. L’ho conosciuto ed è un bel personaggio. Non sento il dualismo. Ha vinto molto più di me e ha un pedigree più importante del mio. Nel derby faremo di tutto per vincere. Grandi citazioni non ne ho: citerò più me stesso che altri. Come ho già detto ai ragazzi vorrei un grande spirito di sacrificio durante la settimana per dominare la partita e divertirci la domenica”.

“Sono qui per due motivi – continua Sarri sul perché della sua scelta -. Uno di carattere personale: in questa società ho trovato caratteristiche per fare il lavoro nella maniera adatta a me. Il secondo è di carattere sportivo: anche se manca qualcosa, in questa squadra vedo i presupposti per fare il gioco che piace a me In un momento in cui avevo bisogno di una società con questo tipo di caratteristiche. La società mi voleva fare un contratto di 4 anni, sono statio io a volerlo fare più corto, avendo una certa età volevo essere sicuro tra 2 anni di avere la stessa energia. Sono sicuro, se ce le avrò prolungherò. Ho parlato con Peruzzi cinque giorni fa. Penso che sia un personaggio importante per la Lazio e spero che dopo l’operazione al ginocchio di ritrovarlo perché può darci una grande mano. Un personaggio della storia della Lazio a cui sono legato? Si può parlare di mille cose. Quello che ho più caro è Maestrelli. Ho conosciuto i familiari ed è un personaggio che mi è particolarmente caro”.

Sarri dice che non può affermare in quanto la squadra assimilerà il suo credo calcistico, ma con la dirigenza è già al lavoro per rinforzare l’organico: “È una questione imponderabile. nelle mie esperienze ho visto un po’ di tutto. Ad Empoli eravamo ultimi dopo 8 giornate, a Napoli avevamo 2 punti dopo 3 partite e poi abbiamo iniziato a vincere. Al Chelsea siamo partiti bene e poi abbiamo avuto un periodo di rigetto, alla Juventus è stato un percorso difficile nonostante lo scudetto ma tutto sommato alla fine è andata bene a livello di risultati. Con il direttore abbiamo fatto una lista di ruoli per giocare un altro calcio rispetto al passato. Fino a questo momento ci siamo soffermati sui ruoli e non sui nomi. Il mercato è difficile quest’anno per tutti, tranne per qualche squadra inglese. Mi piacerebbe partire domani con tutti i giocatori, ma so che il calcio di oggi è così. Abbiamo tre difensori esterni: uno manca. Tranne Hysaj, gli altri devono fare un percorso. Stamattina ho parlato con Lazzari e mi ha detto che ha voglia che di giocare a quattro. Al suo posto starei tranquillo. Marusic ha giocato anche a tre e può fare tranquillamente il quarto”.

Sulle critiche a Immobile e l’adattamento nel 4-3-3 di Sarri il tecnico toscano dice: “Le parole le sta spendendo Mancini. Lo mette dentro tutte le partite e significa che è contento. Mi sembra che alla squadra faccia mancare poco. Poi c’è il momento il gol viene con facilità e momento in cui meno. Il livello visto di Ciro mi lascia estremamente contento. È importante preservare Negli ultimi anni ho avuto attaccanti che sono riusciti a segnare tantissimo: Higuain, Mertens, Ronaldo ha fatto la miglior stagione a livello realizzativo, Hazard al Chelsea fece più di 20 gol. Lazio più adatta della Juve? Se si parla di Lazio e Juventus, sono entità astratte. Le società sono fatte di persone. Ritengo che queste persone qui , per caratteristiche, in questo momento siano adatte a me. Sicuramente non sarà un percorso semplice e breve. All’inizio ho sempre fatto un po’ di fatica. Quando hai idee ben precise e vuoi far passare un tipo di calcio è inevitabile. Un certo tipo di calcio non è schemi freddi, ma una filosofia, un modo di pensare per far venir naturale un certo modo di calcio. Sono convinto che vedremo il calcio che piace a me. Ieri ho detto ai ragazzi: obiettivo numero uno è divertirsi. Tutto parte dall’allenatore. Poi la squadra. Io non riesco a concepire che si può vincere giocando male. Si può perdere giocando bene, ma alla lunga si vince”.

Poi le parole su qualche giocatore: “Luis Alberto non ha risposto a una convocazione è un problema. Sto aspettando che arrivi e spieghi a me e i compagni di squadra. Se ci convince, il problema morale svanisce subito. La situazione disciplinare deve gestirla la società. Poi noi ne parleremo con lui. Poi magari può dirci cose di cui siamo d’accordo. La pena di morte non c’è. Vediamo che ci dice. Ruolo alla Jorginho? Non ce lo vedo lì. Dobbiamo utlizzarlo alla Hamsik tra le linee, per esprimere le sue qualità negli ultimi 30 metri. Felipe Anderson? Se non ci credessi, mi sarei opposto all’acquisto. Fece 6/7 mesi stratosferici: era destinato a club come Barcellona. Il suo problema è la discontinuità. Si parla di un calciatore con potenzialità stratosferiche. Correa può fare l’attaccante di sinistra se ha voglia e stimoli di farlo. Il ragazzo ha manifestato la voglia di cambiare ambiente. Se quando torna ha cambiato idea io sono il più contento”.

“Non penso che alla Juventus, al Napoli, al Chelsea ci sia meno pressione – precisa Sarri -. L’ho vissuta tranquillamente. So che i tifosi sono contenti del mio arrivo e questo mi fa estremamente piacere. Penso rientri tutto nella normalità. Ho fatto un anno in cui il calcio non mi è mancato perché vedere le partite a porte chiuse non mi ha fatto scattare la molla della nostalgia. Speriamo che la pandemia vada in un’evoluzione positiva e ci consenta di rivedere i tifosi negli stadi. Il modulo? Ho fatto per qualche anno il 4-2-3-1 ed ero considerato un integralista, ho fatto il 4-3-1-2 ed ero ancora un integralista. L’obiettivo nostro è partire col 4-3-3 ma poi c’è l’evoluzione. Spesso ho cambiato modulo rispetto al lavoro dei primi giorni. Vediamo le soluzioni di mercato a cosa ci possono portare. Secondo me i nostri interni sono da tutelare perché è un modulo estremamente dispendioso”.

Gli obiettivi? “Il primo anno sarà di costruzione, questo non ci preclude niente, ma sarà più difficile rispetto ai successivi. Ma non ci diamo per vinti. Il primo può essere un po’ di costruzione, l’obiettivo lo sappiamo e dal punto di vista economico fa la differenza. Ho sentito in questo anno che senza lockdown lo scudetto l’avrebbe vinto la Lazio. Ma noi eravamo primi. Sicuramente la Lazio era la squadra più temibile. Si poteva rischiare sbagliando qualche partita. Ho visto anche quest’anno che nella fase finale la Lazio ha fatto pochi punti, non penso che sia un discorso fisico, quando parlo coi preparatori sono tutti preparatissimi, difficile che uno sbagli. Certo se cambiano il calendario può succedere, è una variabile imprevedibile e può succedere di tutto. Siamo di fronte a calendari folli, nessuno aiuta, l’Uefa ti tira fuori un Europeo a 24 squadre, la Fifa farà il Mondiale a 50 squadre, mi aspetto di tutto. Abbiamo fatto due anni di qualificazione per eliminare tante piccole nazionali. Bisogna fare le categorie, è impensabile che uno che costi 1 milione al mese vada a giocare Andorra. Bisogna ridurre il numero delle partite, sennò è dura. Arrivano infortuni, scende la qualità delle partite, è inevitabile. Spero ci sia la buona volontà di tutti per tornare a un calcio sostenibile, per tornare alle partite pronti. La vittoria in Europa League? Dipende dalla rosa. È un torneo difficile. Ci sono difficoltà di recupero per trasferte nell’est Europa. È un torneo che necessità una grande vastità di rosa. Si pensa che la stanchezza dopo una partita sia solo fisica, ma c’è anche quella mentale. Ho visto che anche cambiando 6/7 giocatori la squadra era stanca perché è stanco tutto l’ambiente. Quando si va a giocare in Europa si deve dare sempre tutto. Quest’anno sarà più difficile anche dal punto di vista sportiva con un livello più alto. Preferisco scoppiare a marzo piuttosto che fare figure di merda in Europa”.

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