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Lazio vicina a Muriqi: la sua storia

Nato nell'allora provincia autonoma jugoslava del Kosovo a maggioranza albanese, poteva giocare anche per la Turchia.

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Lazio vicina a Muriqi: la sua storia Fonte: AA

Nuovamente ai gironi di Champions League, la Lazio vuole costruire una rosa all’altezza della competizione. Non solo il possibile colpo David Silva a costo zero, ma anche Vedat Muriqi, attaccante del Fenerbahce deciso a fare la voce grossa anche in Europa e in un campionato top.

16 milioni al Fenerbahce come base, con il club turco e la Lazio a confronto per le rate, che i biancocelesti vorrebbero fossero tre, mentre l’attuale club di Muriqi solamente due. Si tratta, ma nei prossimi giorni potrebbe arrivare l’ok al trasferimento dell’attaccante in Serie A.

Nato nel 1994 a Prizren, quando la città faceva parte della provincia autonoma jugoslava del Kosovo a maggioranza albanese, Muriqi ha una storia particolare a riguardo. Difende la Nazionale kosovara dal 2016 dopo aver fatto parte della rappresentativa giovanile albanese, ma poteva essere scelto anche dalla Turchia.

Muriqi ha infatti avuto sempre un particolare rapporto con la Turchia, non solo per gli ultimi sei anni passati nel paese come attaccante di razza. Non si sarebbe mai aspettato di giocare con il Fenerbahce, proprio la squadra che tifava da piccolo: una scelta a sorpresa.

Quando era un bambino, infatti, Muriqi era già invaghito del Fenerbahce : “Ero già un fan da bambino. Lo devo a mio nonno”

Nello specifico il nonno era un sostenitore del Fenerbahce per Ali Sen, ex presidente del top club di Istanbul. Anche il patron era nato a Prizren e la famiglia di Muriqi sentiva un particolare feeling per un uomo riuscito ad arrivare al top partendo dalla città di circa 150.000 abitanti: “Un giorno siamo andati a vedere una partita insieme. È diventata un’abitudinee ho iniziato a guardare tutte le partite e sostenere questo club. Potevo identificarmi con loro, perché giocatori come Lazetic e Rapaic provenivano dall’ex Jugoslavia”.

L’approdo in Turchia ha fatto drizzare le orecchie a Terim e alla rappresentativa turca, ma niente da fare: “A causa della burocrazia, non avevo familiari di origine turca. Così ho deciso per la nazionale kosovara. È il mio paese e do tutto”.

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