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Leclerc rapinato dell'orologio, valore due milioni di euro: individuati i tre rapinatori, non riuscivano a "piazzarlo"

I professionisti non sono riusciti, in questi mesi, a rivendere il prezioso Richard Mille, un pezzo unico con dedica al pilota della Ferrari

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Quell’orologio dal valore pari a circa due milioni di euro, sottratto con l’inganno a un ignaro Charles Leclerc durante la giornata di Pasquetta a Viareggio, si è tramutato in un pezzo scomodo, complicato da piazzare e quindi un colpo più difficoltoso del previsto per i tre rapinatori che avevano azzardato lo scippo.

La denuncia del preparatore di Leclerc

Allora, quando venne resa pubblica la vicenda, fu il preparatore atletico del pilota monegasco (Ferrari, un nome e un destino) a esprimere le sue rimostranze sull’accaduto, appellandosi al Comune di Viareggio – dove risiede – e a denunciare l’accaduto. ma anche lui non immaginava di avere avuto a che fare con dei professionisti.

Secondo quanto ricostruito da Il Mattino, Leclerc è rimasto vittima quella serata di un trio di autentici esperti della rapina di beni di lusso che hanno operato con una tecnica collaudata: prima un appostamento, individuazione della vittima e infine un selfie per avvicinarsi al campione monegasco che indossava un prezioso Richard Mille.

Le complicazioni nel piazzare l’orologio rubato

Poi, però, subito dopo lo strappo, gli scippatori si sono resi conti della difficoltà di piazzare il prezioso: a Napoli, dove hanno fatto ritorno, nessuno era disposto a comprarlo, neppure gente ben introdotta nel sistema criminale.

Neppure – precisa Il Mattino – quei contatti classici, quei ricettatori che sono in grado di dare una seconda vita a qualsiasi bene di pregio.

L’orologio era “dedicato” e, dunque, un bene destinato a un unico soggetto, personalizzato e riconoscibile. All’altezza della cassa, portava la dedica al campione Ferrari Charles Leclerc, un omaggio riservato a pochissimi campioni dalla casa produttrice che lo rendeva dunque un unicum nel suo genere, da cui la complicata valutazione del suo effettivo valore di mercato poiché inesistenti altri beni paragonabili.

L’operazione saltata in Spagna

La conclusione è stata, quando sembrava che il trio avesse individuato un compratore all’estero precisamente in Spagna, che è saltato tutto di nuovo: le indagini, intraprese all’indomani dellaq denuncia, hanno condotto a questa prima ricostruzione fornita da Il Mattino con tappa a Napoli.

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