Quello che si profila è un atto intimidatorio che non ha precedenti, nella storia breve da calciatore e imprenditore di Lionel Messi, vittima con la sua famiglia di un gesto di inaudita violenza e dai forti tratti criminali che si è consumato a Rosario, città argentina della quale sono originari il campione e sua moglie Antonella Roccuzzo.
Uno dei supermercati di proprietà della famiglia della moglie di Messi è stato colpito da 14 colpi giovedì mattina, sparati contro la serranda dell’attività commerciale. Un gesto inequivocabile, un autentico attentato accompagnato da un messaggio eloquente diffuso dai media argentini: “Messi ti aspettiamo. Javkin è un narco, non ti conviene preoccupartene”.
- Messi: spari e minacce esplicite
- Gli spari e il biglietto raccolto dalla polizia
- La denuncia del sindaco di Rosario
Messi: spari e minacce esplicite
Secondo quanto riferisce l’autorevole quotidiano argentino Clarin, i proiettili sono stati 14 ed erano diretti all’indirizzo dell’outlet di Rosario riconducibile alla famiglia di Antonella Roccuzzo; i colpi risulterebbero 14 e hanno colpito l’esterno del locale collocato tra le vie 27 de Febrero e Ocampo del centro cittadino argentino, al centro di recenti e gravissimi fatti di cronaca che hanno riportato in alto l’allerta sulla sicurezza.
Il violento episodio è avvenuto intorno alle 3 quando almeno due persone a bordo di una motocicletta hanno violato la facciata del locale che è gestito da uno dei cugini della moglie del capitano della Nazionale argentina, Lionel Messi.
Gli spari e il biglietto raccolto dalla polizia
Tutti i proiettili, si legge sul Clarin, hanno colpito l’esterno delle serrande che chiudono i locali occupati dall’attività di famiglia della moglie del campione, Antonella. Fonti della polizia locale citate dal sito argentino, hanno riferito che i sospettati hanno gettato in strada un pezzo di carta con un biglietto recante la frase in cui nominano sia Messi che Pablo Javkin, sindaco di Rosario:
“Messi ti aspettiamo. Javkin è un narco, non ti conviene preoccupartene”.
La Criminal Investigation Agency (AIC) lavora sul posto per raccogliere prove. Il traffico è stato chiuso nella zona.
La denuncia del sindaco di Rosario
Solo un mese fa, lo stesso Javkin ha fornito una dura descrizione di quanto sta avvenendo per le strade della città, nel bel mezzo di un trambusto politico per l’avanzata della droga a Rosario, costata il posto al ministro della Sicurezza di Santa Fe.
Il sindaco ha denunciato che mancano metà delle autopattuglie necessarie, per monitorare lo stato delle vie della città:
“A Rosario ci sono pochissime pattuglie libere disponibili. In alcune occasioni 140/150 oserei dire come tetto. La metà, minimo, di quello che sarebbe necessario. Ma non è solo che quello che c’è è poco, ma il modo in cui quello che lavora e agisce”, ha detto a Radio Mitre.
“Mi sono stancato di ripeterlo, ma devo dirlo: non ho la Polizia Municipale. Ma convoco i capi ufficio nel mio ufficio e chiedo loro i posti dove dovremmo essere”, ha spiegato.