Col Milan boccheggiante, che si aggrappa a un calendario sulla carta semplice per continuare a inseguire la Champions, stanno venendo a galla tutti i problemi di un club che fa fatica a tenere il passo con la sua gloriosa tradizione. Gattuso per il momento resta ma restano anche i problemi, figli di errori di oggi e di ieri, che Alberto Cerruti sintetizza con un editoriale in cui non risparmia nessuno. La storica firma della Gazzetta, su Milannews, ricorda come i migliori anni rossoneri siano stati caratterizzati da una perfetta struttura societaria, con cui anche cambiando allenatori e giocatori si continuava a vincere. Ora le cose sono all’opposto.
I DIFETTI – Con Singer proprietario manca una componente fondamentale: ecco perchè si è affidato al tandem Leonardo-Maldini per la parte sportiva e a Gazidis per quella economica, con la supervisione a livello di immagine di Scaroni, come presidente ma Cerruti sottolinea: “Chi più, chi meno, però, nessuno ha convinto per diverse ragioni”. Il primo difetto è la comunucazione: Singer non rilascia mai interviste, Gazidis non ha ancora detto una parola ufficiale, neppure in inglese, Leonardo sarebbe dovuto intervenire nei momenti difficili della stagione, mettendoci la faccia, Maldini sembra soltanto “l’accompagnatore di Leonardo e in pubblico non ha mai fatto un discorso suo, da grande capitano qual era” e Scaroni è stato capace di affermare che l’ingresso in Champions quest’anno non era l’obiettivo del Milan”.
L’AUTOGOL – Infine la stoccata: “Si è rivelato un involontario autogol la decisione di scegliere Cutrone per intervenire alla “Domenica Sportiva”, subito dopo la sconfitta contro il Torino. Un ragazzo di 21 anni, comprensibilmente a disagio, mandato allo sbaraglio da una discutibile regia dei responsabili della comunicazione, mentre Leonardo, Maldini e Gazidis continuavano a tacere. Un dettaglio, d’accordo, ma anche dai piccoli particolari si riconoscono le grandi squadre e le grandi società. E allora, spiace dirlo, ma a prescindere dagli errori di Gattuso il Milan non è più, o non ancora, né una grande squadra, né una grande società”.