Dalla tarda mattinata da incubo, quella vissuta in Qatar da Leo Messi e da tutta l’Argentina, sportiva e non solo, dopo la sconfitta contro l’Arabia Saudita, alla notte dolce e piena di emozioni e incroci storici contro il Messico.
Il Mondiale di Leo Messi, l’ultimo della carriera come anticipato prima del via dal diretto interessato, si rimette in carreggiata grazie al successo contro la formazione del Tata Martino.
Ora i campioni del Sud America sono tornati padroni del proprio destino nel girone e anche se il pass per gli ottavi è ancora da conquistare nel girone guidato ora dalla Polonia al termine della gara Messi ha espresso tutto il sollievo proprio e dell’ambiente per un successo pesantissimo anche a livello psicologico, pur arrivato al termine di una prestazione di squadra poco brillante: “È stata una partita molto difficile perché il Messico sa gestire bene il pallone. C’abbiamo messo intensità, ma alla fine contava solo vincerla. Ci eravamo messi in una brutta situazione, adesso può cominciare un altro Mondiale, ma contro l’Arabia siamo stati puniti da due giocate isolate e ci hanno annullato tre gol per dei millimetri. Tanti ragazzi sono al primo Mondiale e purtroppo si è sentito nella prima partita”.
Nell’occasione Messi ha raggiunto Maradona come numero di partite in un Mondiale, 21, e come numero di gol realizzati, otto. Due coincidenze emozionanti, ma Leo dribbla i paragoni e si limita a una precisazione sulle proprie condizioni: “Non so perché si sia parlato così tanto della mia caviglia. Avevo solo preso un colpo, ma mi sono sempre allenato normalmente”.