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L'Italia di Mancini non c'è più: i numeri e le ragioni del crollo

Dopo il trionfo di Euro 2020 per gli azzurri del Mancio è stata una vera e propria caduta verticale, suggellata dalla brutta sconfitta di ieri con l'Argentina.

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La brutta sconfitta di ieri contro l’Argentina per 3-0 nella Finalissima, la sfida tra i campioni d‘Europa e quelli del Sudamerica, arrivata a Wembley, proprio lo stadio in cui gli azzurri lo scorso 11 luglio avevano vinto il secondo titolo continentale della loro storia, certifica in maniera definitiva la discesa a picco dell’Italia di Roberto Mancini che nei tre anni dal 2018 al 2021 aveva fatto sognare ed entusiasmato un intero paese soprattutto con il trionfo a Euro 2020.

Italia-Argentina suggella il crollo degli azzurri dopo il trionfo europeo

I numeri che emergono dall’infausta serata di ieri sono impietosi. Gli azzurri hanno subito tre sconfitte nelle ultime sette partite, tante quante ne erano arrivate nelle precedenti 45. Nelle stesse sette partite ha inoltre incassato dieci gol, tanti quanti nelle precedenti 29. Poi, è rimasta a secco di gol due volte nelle ultime due gare ufficiali, tante quante nelle 32 precedenti partite sotto la gestione di Roberto Mancini, con il quale non subiva tre reti dall’amichevole del giugno 2018 contro la Francia (1-3) e infine, con il Mancio, non aveva mai subito almeno due reti per due partite di fila.

Italia: troppi azzurri sono la pallida ombra di quelli di un anno fa

Ma i freddi numeri sono la certificazione di un crollo verticale sia tecnico sia fisico sia di motivazioni verificatosi dopo il trionfo europeo. Molti calciatori sono l’ombra di quello che sono stati tra giugno e luglio dell’anno scorso, in primis Jorginho, considerato il metronomo della Nazionale e addirittura papabile per il Pallone d’Oro e invece, da un anno a questa parte, assolutamente impalpabile, ma anche Di Lorenzo, Emerson e Bernardeschi hanno combinato poco e così Belotti in attacco non ha potuto fare assolutamente nulla, così come i tanto decantati, oltretutto con paragoni irriverenti coi grandi del passato, Raspadori e Scamacca.

Anche Bonucci, nel giorno dell’addio all’azzurro dell’amico e compagno di mille battaglie sia con l’Italia sia con la Nazionale Giorgio Chiellini, è stato disastroso, dalla gomitata rifilata a Messi al quasi autogol salvato miracolosamente da Donnarumma. Proprio Gigio si è improvvisamente ritrovato dopo una stagione complicatissima evitando agli azzurri un passivo ben più pesante anche se non è apparso esente da colpe sull’azione del secondo gol. Più in generale, urge un rinnovamento radicale, per il quale i sopracitati Raspadori e Scamacca non possono bastare.

L’Argentina a segno con i suoi tre uomini più caldi sul mercato

L’Argentina invece ha dimostrato la sua netta superiorità tecnica e fisica sull’Italia e Messi, il migliore in campo al quale è mancato solo il gol, a un certo punto ha cominciato a prendere in giro i nostri difensori tanto che Di Lorenzo ha perso la pazienza commettendo un fallo sulla Pulce che ha scatenato una mezza rissa.

I tre marcatori della Seleccion, per concludere, sono stati tre uomini caldissimi sul mercato. Lautaro teoricamente è blindato dall’Inter ma i possibili arrivi di Lukaku e Dybala non lo fanno stare tranquillo per quanto riguarda il posto da titolare. Di Maria è a un passo dalla Juventus anche se la sua quotazione, dopo ieri sera, salirà ulteriormente. Infine Paulo Dybala, che peraltro non segnava con la sua nazionale da quasi tre anni, la Vecchia Signora la lascerà, per approdare, molto probabilmente in nerazzurro.

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