La scelta di Stefano Pioli per sostituire Marco Giampaolo sulla panchina del Milan non entusiasma i tifosi rossoneri. L’ex tecnico della Lazio è reduce da tre esoneri consecutivi, ma piĂą che il suo curriculum a convincere poco i milanisti è la fede nerazzurra di Pioli, interista dichiarato.Â
Un fattore, quello del tifo, che gli stessi interisti hanno imparato a superare con Antonio Conte, ma che evidentemente rappresenta ancora un problema in casa Milan. In favore di Pioli si schiera oggi Bruno Longhi, che a Radio Sportiva ha ricordato come giĂ in passato allenatori che si professavano interisti – seppur in tenera età – abbiano fatto così bene al Milan al punto da entrare nella storia del club rossonero.Â
ALTRI INTERISTI. “Nelle chiacchiere da bar non c’è molto entusiasmo per l’arrivo al Milan di Pioli, che tra l’altro è interista dichiarato – ha dichiarato Longhi in radio – Ricordo però agli sciocchi che anche Arrigo Sacchi e Carlo Ancelotti erano di fede nerazzurra da bambini”.Â
Due nomi non da poco per la storia del Milan e che Longhi dunque utilizza per fare presa sui tifosi rossoneri. Al di lĂ dei corsi e ricorsi storici, per Longhi la scelta di Pioli potrebbe avere presto effetti positivi per i rossoneri.Â
“Pioli ha delle doti di ottimo normalizzatore che gli hanno permesso di fare bene alla Lazio, nella fase iniziale della sua avventura all’Inter e nelle gare seguenti la scomparsa da Astori quando allenava la Fiorentina”.Â
Insomma, un uomo adatto ad emergenze come quelle del Milan di oggi, che in questo momento punta a risalire la classifica e a giocare un calcio almeno accettabile per i tifosi. “Al Milan non chiederanno di certo la luna a Pioli, dovrĂ portare a casa il minimo sindacale di risultati e gioco. La rosa rossonera non è fortissima, questo ormai è chiaro, ma può e deve fare meglio rispetto quello che ha fatto fino ad ora”.Â
CON LUKAKU. Longhi ha poi parlato anche di Inter, difendendo il giocatore piĂą bersagliato dalle critiche dopo la sconfitta con la Juventus: Romelu Lukaku. “Noi giornalisti lo abbiamo celebrato come una sorta di nuovo simbolo dell’Inter, esagerando. Non può piacere agli esteti del calcio, ma nel giudizio sul calciatore non facciamoci influenzare dal risultato di Inter-Juventus. Piuttosto, anzichĂ© interrogarci su Lukaku chiediamoci perchĂ© Edin Dzeko non vesta oggi la maglia dell’Inter”.Â