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Luigi Minchillo è morto a 68 anni: addio al mito della boxe italiana che sfidò Hearns e Duran

Il campione che viveva a Pesaro è stato colto da un malore: per lui non c'è stato nulla da fare. Si chiude un capitolo importante del pugilato azzurro

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

A causa di un malore, a 68 anni, è morto uno dei più grandi esempi della boxe italiana: Luigi Minchillo, pugile capace di smuovere un pubblico anche di non appassionati per la sua qualità umana contro autentiche leggende del pugilato.

Questo boxeur azzurro – nei suoi anni migliori – è stato in grado, infatti, di combattere sul ring contro dei campioni come Roberto Duran e Thomas Hearns. A stroncarlo, come riporta il Corriere Adriatico, sono stati alcuni problemi al cuore che si sono presentati nella loro drammaticità nella notte. Nonostante ogni tentativo attuato, è spirato.

Sul ring contro Duran: il campione Minchillo

La sua biografia, la sua storia riportano per quanti nati e vissuti dopo questi epici scontri, di due combattimenti unici, nel quadro della boxe italiana e internazionale. Con Duran, una sfida in un match senza titolo in palio al Caesars Palace di Las Vegas.

Manos de Piedra, invece, veniva da due incontri contro Sugar Ray Leonard ma scelse la sfida contro Minchillo, un pugile che ha dimostrato di poter tentare la via della competizioni ad altissimi livelli, di misurarsi con i più grandi della sua epoca.

Le origini e la carriera

Nato a San Paolo Civitate, in provincia di Foggia, il 17 marzo 1955, è scomparso a Pesaro – dove viveva – pare per un infarto, che non gli ha lasciato scampo. Era un campione di talento, ma secondo i più autorevoli esperti in materia forse non era tecnicamente perfetto: aveva quella voglia in più, un valore aggiunto che lo aveva portato sul ring e a guadagnarsi, già sul finire degli anni Settanta, il titolo di campione d’Italia dei pesi superwelter.

Con Duran vinse ai punti il campione, ma Minchillo fece comunque un figurone contro un pugile che qualche tempo dopo sarebbe andato vicinissimo a sancire la conclusione dell’egemonia dell’eterno Marvin Hagler. Nel 1984, stavolta con il titolo mondiale dei superwelter in palio, si giocò tutto per tutto a quattro anni dal ritiro dal ring: andò a Detroit, per Thomas Hearns.

Fonte: ANSA

Luigi Minchillo all’epoca d’oro della sua carriera

L’incontro con Hearns

Che cosa lo avesse spinto, a livello agonistico, è rimasto quasi misterioso: Hearns era enormemente più dotato, con una tecnica devastante ma il pugile italiano aveva deciso e portò fino al dodicesimo round la sua sfida.

Decise di mettere fine alla sua carriera agonistica con questo tesoretto: olimpico a Montreal 1976, campione d’Italia e d’Europa dei pesi medi junior.

Il guerriero del ring

Si guadagnò il soprannome di “il guerriero del ring”, anche per aver incontrato tutti i più grandi pugili dell’epoca, nella sua categoria: Leonard, Duran, Hearns, Hope, McCallum. Il suo rapporto con il ring si esaurisce il 29 gennaio 1988, in uno sfortunato tentativo di riconquistare il titolo europeo, a Rimini, contro il francese René Jacquot.

In tutta la sua carriera pugilistica, da dilettante e da professionista, solo il grande Ray “Sugar” Leonard è riuscito a metterlo KO.

A Pesaro viveva da 50 anni, era un po’ pesarese anche per via della sua palestra e per la sua famiglia. Lascia, infatti, la moglie Cristina e tre figli: Stefania, Paolo e Sabina.

Luigi Minchillo è morto a 68 anni: addio al mito della boxe italiana che sfidò Hearns e Duran Fonte: ANSA

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