È l’uomo del giorno. Anzi, di questi giorni. Tutti a parlare di José Mourinho, delle sue difficoltà ad ottenere risultati alla Roma, della sconfitta di Bodo e di quella col Milan. E tutti ad attaccarlo dopo i suoi sfoghi post partita di domenica sera. Anche Gigi Maifredi, suo ex collega.
Intervenuto nel pomeriggio su ‘TMW Radio’, l’ex allenatore di Bologna e Juventus – tra le altre – non le ha mandate a dire al portoghese: “Quando fai l’allenatore, ti inserisci in un mondo in cui ci sono delle regole. E l’arbitro è una delle regole che non puoi attaccare, perché ha sempre ragione. Quando fischia una cosa, è quella e rimane quella. Andargli contro dopo è deleterio per tutti, per l’ambiente e perché vai a dare un alibi ai giocatori. Normalmente una squadra non perde per colpa dell’arbitro. Quelle non sono cose da dire in uno spogliatoio”.
“Per quanto riguarda Mourinho, io lo dissi quando venne all’Inter: questo è un furbacchione e basta. Tatticamente è inferiore a quasi tutti gli allenatori italiani. Non ha inventiva, non ha fantasia. È solo bravo a livello comunicativo. Quando venne in Italia disse ‘Io non sono un pirla’, e quello mi fece pensare che aveva dietro un’organizzazione che gli preparava i discorsi. Lui si promoziona come nessuno al mondo, ma non dà niente a una squadra. Ha vinto una Champions col Porto perché nel calcio, che non è una scienza esatta, succedono anche queste cose. Non scordiamoci che è andato in finale col Monaco. È stato fortunato”.
E quindi, la chiusura col botto: “Io non lo prenderei neanche se mi pagassero un allenatore del genere”.
Assediato da ogni parte da quel “rumore dei nemici” che spesso sentiva anche ai tempi dell’Inter, Mourinho si prepara ora ai prossimi impegni: la rivincita-vendetta di giovedì col Bodo/Glimt, poi la sfida di domenica a Venezia. Urge tornare a fare risultato.