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Maradona, l'accusa del grande avversario che fa infuriare i napoletani

Il pensiero di Antonio Cabrini sulla morte di Diego Armando Maradona: "A Napoli gli era concesso tutto: un amore forte e autentico, ma malato".

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La Serie A, il campionato in cui Diego Armando Maradona ha lasciato il segno più profondo, ricorderà il fuoriclasse argentino scomparso venti giorni dopo aver compiuto 60 anni nel weekend della nona giornata.

Lutto al braccio, minuti di raccoglimento e foto del Pibe de Oro proiettate sui maxischermi, iniziative che tuttavia non basteranno a lenire il dolore di chi Diego l’ha avuto come compagno di squadra e amico, ma anche avversario.

Uno di questi è Antonio Cabrini, che da bandiera della Juventus e perno della Nazionale italiana ha vissuto dal campo gli anni dell’epopea maradoniana.

Il terzino campione del mondo con l’Italia nel 1982 ha detto la sua schiettamente sulla morte di Maradona in un’intervista a ‘Irpinia Tv’ destinata a suscitare non poche polemiche, nella quale Cabrini si è soffermato sull’extra-calcio vissuto da Maradona: “Se Maradona avesse giocato nella Juventus, non solo avrebbe potuto vincere molto di più, ma forse oggi sarebbe ancora qui. Sì, sarebbe ancora qui perché l’ambiente lo avrebbe salvato. Non la società, ma proprio l’ambiente. Il successo spesso ti porta ad essere potente, invincibile, ma quel coraggio e quella spregiudicatezza che mostri in campo si sono ripercossi negativamente nella sua vita. Un conflitto assai difficile da gestire. Napoli lo amava alla follia, in modo forte e autentico, ma anche ‘malato’. Era come l’amore incondizionato di una madre verso un figlio che sbaglia, ma al quale si perdona tutto”.

Cabrini ha poi sviluppato il concetto approfondendo il rapporto tra l’argentino e la città che lo ha reso grande: “Maradona a Napoli era intoccabile, nessuno ebbe mai la forza ed il coraggio di dirgli che stava sbagliando. Maradona per Napoli è stato orgoglio, riscatto, sogni avverati, promesse mantenute e questo ha fatto di lui un uomo al quale si è concesso tutto. Maradona trascendeva il calcio e Napoli scelse lui, a prescindere da ogni vizio, come il santo da venerare”.

“Maradona in campo avrebbe potuto vincere una partita da solo e in un altro ambiente avrebbe potuto vincere anche quella della sua vita terminata troppo presto” la conclusione.

Dopo il polverone generato, all’Ansa Cabrini ha precisato: “Il mio non era un giudizio morale, ma sull’energia di una città che non poteva contenere tutta questa passione, le mie parole sono state travisateHo pensato che l’ambiente ovattato nel quale ho vissuto alla Juve l’avrebbe protetto. Chiedo scusa a chi si è sentito offeso”.

Maradona, l'accusa del grande avversario che fa infuriare i napoletani Fonte: Getty Images

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