Era dal 1997 che nessun italiano saliva sul podio della Maratona di New York.
A infragere il tabù ci ha pensato Eyob Faniel che è arrivato terzo. Tanta la contentezza dell’azzurro: “Una bellissima emozione – racconta il 28enne vicentino delle Fiamme Oro – perché ormai era da mesi che mi allenavo con questo obiettivo ben preciso e adesso lo vedo realizzarsi. Fin dalla partenza ho avuto sensazioni buone e perciò ho deciso di fare la mia corsa, senza alcuna paura, anche se sapevo che c’era da soffrire. Ho cercato di sfruttare questa opportunità, visto che la preparazione era andata avanti in modo perfetto. Non ho voluto farmela scappare. Con il mio nuovo tecnico Claudio Berardelli, che dopo le Olimpiadi ha cominciato a seguirmi, non ho soltanto un allenatore ma anche un mental coach, e mi ha trasmesso positività”.
E poi: “È il riscatto per quello che non sono riuscito a fare alle Olimpiadi. Mi ero preparato bene – spiega Faniel – ma lì non ho potuto dare il 100 per cento. Una sconfitta difficile da accettare, soprattutto perché non dipendeva dai miei errori. Allora ho deciso di mettermi a lavorare per prendermi quello che mi spettava. E riparto da qui per dimostrare quello che effettivamente valgo”.