Dopo aver superato la fase più delicata della sua degenza, la campionessa olimpica di ginnastica Mary Lou Retton ha deciso di aggiornare sulle sue condizioni e di parlare di quella che considera una battaglia contro la polmonite, per la prima volta.
L’oro olimpico di Los Angeles è stata costretta a un ricovero che l’ha portata in terapia intensiva e a sfiorare momenti terribili, che hanno stretto il suo pubblico alla famiglia dell’ex ginnasta. Sua figlia McKenna ha tenuto aggiornati i suoi estimatori, gli appassionati di sport e quanti hanno ammirato il suo talento straordinario che la portò in cima al mondo durante i Giochi americani.
- Mary Lou Retton a casa, l'ultimo comunicato
- La campagna per i fondi
- La raccolta fondi per le spese mediche
- La carriera di Mary Lou Retton
- Che cosa fa oggi
Mary Lou Retton a casa, l’ultimo comunicato
Su Instagram, a distanza di alcune settimane dalla scoperta della malattia, Retton ha deciso di condividere un comunicato per dare testimonianza della sua drammatica esperienza, ringraziare quanti hanno pregato e sostenuto anche economicamente le spese del suo ricovero presso l’ospedale di Houston dove è stata portata e curata.
“Sono più che felice di avere l’opportunità di fare questa dichiarazione – ha detto la 55enne -. Sono sopraffatto da tutto l’amore e il sostegno del mondo mentre combatto. Sarò per sempre grato a tutti voi!”. “Sono con la mia famiglia, mi sto lentamente riprendendo e rimango molto positiva perché so che questo recupero è un processo lungo e lento”, ha aggiunto. “Apprezzo il rispetto di tutti per la mia privacy in questo momento”. Il breve comunicato si chiude con la promessa di un prossimo aggiornamento, in cui svelerà si presume di più sulla sua lotta contro la polmonite.
“Vi amo tutti”, ha scritto.
Nello statement condiviso sui canali social ufficiali della campionessa di ginnastica, oggi speaker motivazionale e protagonista nel mondo dello sport con un ruolo differente rispetto alla sua giovinezza, Retton ha sottolineato la sua personale gratitudine nei riguardi degli oltre 8.000 donatori che hanno contribuito alle spese mediche relative alla sua degenza ospedaliera.
La raccolta fondi per aiutarla con le spese mediche ha ricevuto, al momento in cui stendiamo questo resoconto, 459.324 dollari: una cifra enorme, con il contributo di donatori illustri. Quanto è riuscita a smuovere Mary Lou è grandioso: per questa ragione la campionessa olimpica, anche in questo nuovo comunicato, prosegue nell’elargire ringraziamenti a questa piccola, grande comunità di sostenitori che hanno donato.
La campagna per i fondi
Le gravi condizioni di salute che avevano afflitto la campionessa hanno trascinato gli americani e l’intero movimento, del quale fanno parte Mary Lou Retton e le sue figlie, a sensibilizzare sullo stato di salute dell’indimenticabile vincitrice dell’oro a Los Angeles nei Giochi americano del 1984.
A rompere il silenzio, in queste settimane, è sempre stata sua figlia McKenna che sui social ha tenuto teso il filo con i sostenitori che hanno contribuito alle spese mediche di sua madre, provata nel fisico a causa di una rara forma di polmonite che l’ha colpita e che l’ha condotta addirittura in terapia intensiva.
La richiesta della figlia (a nome della famiglia) era dettata dalla necessità di sostenere le spese non coperte dall’assicurazione medica, nel reparto e nella struttura di Houston dove Mary Lou Retton si trovava ricoverata fino a qualche giorno fa.
Mary Lou Retton alla Muhammad Ali’s Celebrity Fight Night XIV in Phoenix, nel 2008
La raccolta fondi per le spese mediche
La raccolta fondi per Mary Lou Retton, promossa dalla famiglia, ha raggiunto la cifra record che riporta TMZ Sports, anche grazie al generoso contributo da parte di Linda e Jim “Mattress Mack” McIngvale, facoltoso uomo d’affari texano proprietario della Gallery Furniture, che ha donato la sorprendente cifra di 50.000 dollari.
“Abbiamo seguito Mary Lou sin dagli inizi della sua carriera a Houston”, ha detto Mack a TMZ. “Io e mia moglie siamo sempre stati un grande sostenitore della squadra di ginnastica di Béla e Márta Károlyi. Mio figlio ha lavorato con loro per anni nella squadra, anche mia figlia ha fatto lo stesso.”
“I miei genitori mi hanno insegnato, e io cerco di insegnarlo a mia volta ai miei figli, che l’essenza della vita è dare”, ha aggiunto Mack. “Le persone che si trovano in una situazione difficile vanno aiutate, perché uno di questi giorni potremmo trovarci noi in una situazione difficile. Siamo entusiasti di aiutare la nostra Mary Lou, preghiamo per la sua pronta guarigione e, ancora una volta, io ho vissuto la mia vita seguendo quel motto: ‘l’essenza della vita è dare'”.
La carriera di Mary Lou Retton
Come abbiamo più volte spiegato a quanti non la avessero ammirato durante i Giochi di Los Angeles ’84, la 16enne allora Mary Lou Retton stupì il pubblico internazionale con il suo incredibile talento. Divenne la prima americana – in un’era ancora dominata dalla guerra fredda traslata nel mondo delle competizioni sportive – a conquistare una medaglia d’oro alle Olimpiadi in questa disciplina. In quell’edizione, la ginnasta si aggiudicò anche 2 argenti e 2 bronzi.
Allora era allenata da Béla Károlyi e Márta Károlyi e difese i colori degli Stati Uniti. La sua notorietà è stata e rimane abnorme: è stata inserita nella Hall of Fame degli sportivi italoamericani, tra l’altro, a testimoniare l’enorme popolarità che conquistò allora quando il muro di Berlino era ancora lì, a testimoniare l’era storica respirata e vissuta da Retton e dai suoi colleghi.
La campionessa all’epoca delle Olimpiadi di Los Angeles nel 1984
La sua popolarità è stata poi evidenziata, successivamente al ritiro, anche con il riconoscimento della International Gymnastics Hall of Fame nel 1997 ed è stata la prima donna ad essere selezionata nella Houston Sports Hall of Fame nel 2020.
Che cosa fa oggi
L’oro di Los Angeles, oggi, ha 55 anni e da sempre, dopo aver deciso di ritirarsi dalle gare, ha seguito e partecipato attivamente alla diffusione e al sostegno del movimento della ginnastica, soprattutto in Texas, dove ha deciso di stabilirsi con la sua famiglia. Anche le sue figlie, quattro in tutto, sono a loro volta ginnaste e allenatrici o partecipano ai progetti materni.
Rimasta nella memoria degli americani come l’icona sportiva di quegli anni, Retton ha partecipato come guest star a Baywatch, a eventi benefici che l’hanno vista anche assieme alle sue figlie e a Dancing with the Stars, versione statunitense del format Ballando con le Stelle, prima dell’avvento della pandemia.