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Massimo Paci: dalla Juventus alla rinascita

La carriera di Massimo Paci: da promettente difensore ad altrettanto promettente allenatore capace di trovare spazio dalla Juventus al Novara.

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Claudio Cafarelli

Claudio Cafarelli

Giornalista

Classe 1985: SEO, copywriter e content manager. Laurea in Economia, giornalista pubblicista.

Massimo Paci: dalla Juventus alla rinascita Fonte: Imago Images

Non tutte le carriere dei giocatori sono un’ascesa incontrastata fino ai massimi livelli, e in alcuni casi c’è chi raggiunge giovanissimo una grande occasione ma non sempre riesce a sfruttarla al meglio, per varie ragioni. A quel punto tocca ricominciare, ripartire, e quella che poteva essere una battuta d’arresto si rivela poi la chance per un nuovo capitolo.

È così che è andata la carriera di Massimo Paci, difensore attivo principalmente negli anni Duemila e Duemiladieci, e oggi allenatore nelle serie minori italiane. Da giovanissimo arrivò a toccare il cielo con un dito, affermandosi come uno dei più interessanti prospetti del calcio italiano, ma la sua esperienza ad alto livello s’interruppe presto per cause di forza maggiore. Così, Paci dovette rilanciare le sue ambizioni con un nuovo percorso, tornando alla fine a competere in Serie A ad un buon livello.

Quando il tuo sogno più grande si realizza, ma sfuma con rapidità assoluta, arrivi a chiederti se quello che hai vissuto sia reale, o solo fantasia e potrebbero mancarti le forze, – racconta sul suo sito – perché hai l’idea che nulla valga la pena e che comunque la vita ti inganni, togliendoti in un attimo quello per cui hai lottato da sempre. Allora serve una saldezza fuori dal comune, una resistenza, un credo, che possano tener ferma la rotta del destino”.

Massimo Paci alla Juventus: un sogno durato poco

Massimo Paci nasce a Fermo, nelle Marche, il 9 maggio 1978. Fin da giovanissimo gioca come difensore centrale, e a 17 anni entra nel settore giovanile dell’Ancona, a quei tempi club militante in Serie B. Nel novembre del 1997, quando aveva appena 19 anni, Franco Scoglio lo fece esordire nel campionato cadetto, e da lì fino alla fine della stagione Paci disputò in tutto 8 partite, anche dopo il rapido esonero di Scoglio e il ritorno in panchina di Francesco Giorgini.

Difensore alto e dal fisico robusto, attirò l’interesse della Juventus, che nell’estate seguente decise di acquistarlo, dopo che l’Ancona era retrocesso in Serie C1. La squadra di Marcello Lippi veniva da un impressionante ciclo vincente, e solo nell’ultima stagione aveva conquistato l’ennesimo scudetto e la Supercoppa italiana, oltre a essere arrivata in semifinale di Coppa Italia e in finale di Champions League. Lippi era intenzionato prima di tutto a confermare l’ossatura della squadra dell’anno prima, impreziosita dal Pallone d’Oro che a fine stagione sarebbe stato consegnato a Zinedine Zidane.

In difesa, poteva contare su giocatori di grande valore, come Alessandro Birindelli a destra e Gianluca Pessotto a sinistra, mentre in mezzo la coppia titolare era composta da Ciro Ferrara e Paolo Montero. La prima riserva era Mark Iuliano, ma con l’addio dell’esperto Moreno Torricelli (ceduto per 17 miliardi di lire alla Fiorentina), c’era da tappare un buco. Per questo i bianconeri avevano deciso di puntare su due giovani centrali di belle speranze: uno era un croato Igor Tudor, preso dall’Hajduk Spalato, e l’altro appunto Massimo Paci.

Ma il destino si rivelò davvero spietato. Dopo soli 20 giorni di ritiro precampionato, Paci subì un brutto infortunio, che lo tenne fuori per diversi mesi. A ciò si aggiunsero altri dettagli, come le buone prestazioni di Tudor e, per contro, quelle meno buone della squadra bianconera, che a gennaio portarono all’esonero di Lippi e all’arrivo di Carlo Ancelotti come allenatore. La fine della stagione fu anche la fine dell’avventura di Massimo Paci alla Juventus, senza aver giocato neppure un minuto: nell’estate del 1999, il club lo cedette di nuovo all’Ancona, facendogli fare un grosso salto all’indietro dai vertici del calcio europeo alla Serie C1.

Questa storia potrebbe finire qui, con la Juventus che svincola un giovane promettente contro cui purtroppo la sfortuna si è accanita nel momento decisivo. – riporta il suo sito internet – Invece, no. Qui la storia comincia”.

Massimo Paci allenatore del Pordenone Fonte: Imago Images

Il rilancio di Massimo Paci: la rincorsa alla Serie A

Tornato ad Ancona, il giovane difensore marchigiano subì un altro grave infortunio, ma appena possibile riprese ad allenarsi con costanza e dedizione, lavorando sodo per riconquistarsi un posto in rosa. Nel frattempo, la squadra allenata da Fabio Brini raccoglieva ottimi risultati, grazie alle parate del giovane Marco Storari, all’equilibrio a centrocampo dato da Francesco Montervino, e ai gol dell’attaccante italo-argentino Cristian La Grotteria. Nel finale di stagione Paci tornò a vedere il campo, arrivando a disputare 8 partite e segnando la sua prima rete tra i professionisti. L’Ancona chiuse il campionato al secondo posto, ottenendo la promozione.

In cerca di maggiore spazio da titolare, si trasferì alla Viterbese, che militava ancora in Serie C1 e stava cercando un importante rinforzo in difesa. Qui ritrovò l’esperto mediano Maurizio Coppola, già conosciuto nella sua prima stagione all’Ancona, e riuscì gradualmente ad ambientarsi nella formazione laziale. L’annata, in termini generali, non fu delle più soddisfacenti, con molti cambi in panchina e un sedicesimo posto finale. Nell’estate del 2001 a Viterbo arrivò come allenatore Rosolino Puccica, e la squadra trovò stabilità, anche grazie agli innesti di Massimo Bonanni e Alessandro Frau. Massimo Paci divenne titolare fisso, disputando 27 partite e segnando anche due reti, e la Viterbese raggiunse un buon decimo posto in Serie C1.

Arrivò così l’occasione per salire di categoria, firmando con la Ternana di Mario Beretta, tecnico appena arrivato in Umbria dopo tre ottime stagioni in C1 col Varese. Le Fere erano una buona squadra, che in attacco puntava sui gol di Massimo Borgobello e del liechtensteiniano Mario Frick. A centrocampo facevano bella mostra Domenico Giampà, Roberto D’Aversa, Luis Antonio Jimenez e Houssine Kharja, mentre in difesa Paci si ritrovò a giocare accanto a Davide Nicola, Gennaro Scarlato e Gianluca Grava. Per il difensore marchigiano arrivarono 33 presenze e 2 reti, con la Ternana che raggiunse l’ottavo posto in classifica. Nella stagione 2003/2004, i rossoverdi si confermarono (nonostante l’avvicendamento tra Beretta e Bruno Bolchi), raggiungendo il settimo posto in Serie B, trascinati dalle reti di Riccardo Zampagna.

In questa stagione, Paci fu ancora un titolare fisso, mettendo assieme 34 presenze tra campionato e Coppa Italia. I problemi di natura fisica erano ormai alle spalle, e a 26 anni il centrale marchigiano stava dimostrando di essere un giocatore di qualità più che buona per la serie cadetta. E così, finalmente, arrivava la chiamata a giocare in Serie A, cinque anni dopo l’addio di Massimo Paci alla Juventus.

Massimo Paci: gli anni in Serie A

Nel 2004 il suo nome finì nella lista di mercato del Lecce, reduce da una bella salvezza nella massima serie. Delio Rossi aveva lasciato il club per trasferirsi all’Atalanta, ed era stato sostituito dal suo maestro Zdenek Zeman, e in generale la rosa pugliese metteva assieme giovani interessanti (Souleymane Diamoutene, Erminio Rullo, Aleksej Eremenko, Cristian Ledesma, Mirko Vucinic, Valeri Bojinov) a giocatori più esperti (Vincenzo Sicignano, Lorenzo Stovini, Marco Cassetti, Guillermo Giacomazzi).

Le qualità atletiche di Paci e la sua dedizione all’allenamento gli consentirono d’integrarsi rapidamente nella squadra di Zeman, anche se non fu mai un titolare fisso dei giallorossi. Il centrale giocò in tutto 14 partite, segnando 1 gol, ma visse appieno la grande stagione del Lecce, che a inizio stagione arrivò fino al terzo posto in classifica, per poi chiudere con una comoda salvezza all’undicesimo posto.

Deciso però a cercare una squadra che gli garantisse spazio da titolare, Paci passò all’Ascoli neopromosso in Serie A. La squadra bianconera, guidata dal duo composto da Massimo Silva e Marco Giampaolo, aveva un gioco particolarmente offensivo, e per questo necessitava di difensori attenti e prestanti a livello atletico. Con Cristiano Del Grosso a sinistra e Gianluca Comotto a destra, Paci si giocava il posto in mezzo con l’esperto Daniele Adani accanto a Maurizio Domizzi, ma in breve tempo riuscì a imporsi come titolare. Grazie a una grande stagione da parte del bomber Massimo Ferrante, i marchigiani riuscirono a conquistare un ottimo decimo posto in classifica, divenendo una delle rivelazioni dell’annata.

Nell’estate del 2006 sopraggiunse una nuova occasione, sempre nella massima serie italiana, e Massimo Paci si trasferì al Parma, dove si era appena seduto in panchina Stefano Pioli. La formazione emiliana sarebbe divenuta quella a cui il difensore fermano avrebbe legato il periodo più lungo e maturo della sua carriera da giocatore. Tra i suoi partner difensivi c’erano giocatori molto esperti come Ferdinand Coly e Fernando Couto, ma Paci seppe comunque ritagliarsi un ruolo da titolare, con i gialloblù che salirono fino alla dodicesima posizione.

La situazione al Parma, a livello societario, era molto complicata, e se quella stagione Pioli era stato esonerato e sostituito con Claudio Ranieri, nell’annata successiva passarono dalla panchina tre tecnici diversi, senza riuscire a trovare la quadra. Paci, anche a causa di problemi fisici, giocò solo 24 partite, ma quello del 2007/2008 fu il suo miglior campionato in termini realizzativi, con 4 reti in Serie A. Che però non bastarono a scongiurare la retrocessione degli emiliani.

Rimasto in squadra anche in Serie B, il centrale marchigiano fece reparto in difesa con giocatori di livello come Alessandro Lucarelli e Magnus Troest, e il Parma riconquistò immediatamente la massima serie sotto la guida di Francesco Guidolin. Fu di nuovo titolare in serie A, anche dopo gli arrivi di Paolo Dellafiore, Christian Panucci e Cristian Zaccardo, in una stagione in cui il Parma raggiunse a sorpresa l’ottavo posto in classifica, grazie alle reti di Bojinov, con cui Paci aveva già giocato a Lecce. L’anno seguente l’arrivo di Gabriel Paletta dal Boca Juniors gli tolse un po’ di spazio, ma il marchigiano riuscì a disputare comunque 19 partite in campionato più 2 in Coppa Italia, e la squadra gialloblù ottenne una comoda salvezza.

Massimo Paci con i compagni del Parma Fonte: Imago Images

Massimo Paci: il finale di carriera

Nell’estate del 2011, a 33 anni, Paci iniziò una nuova avventura, passando al Novara neopromosso, per portare esperienza e affidabilità a una rosa profondamente rinnovata rispetto all’anno prima. Paci si trovò di nuovo a giocare accanto a Dellafiore come a Parma, ma l’esperienza coi piemontesi fu molto deludente: al di là delle 28 presenze stagionali con 1 gol, Paci non riuscì ad aiutare il Novara ad evitare l’immediata retrocessione.

Rimase in Serie A, trasferendosi al Siena di Serse Cosmi, di nuovo in coppia con Dellafiore, ma anche in Toscana la forma migliore era lontana, e il generale i bianconeri faticarono per tutta la stagione. Alla fine, il Siena terminò il campionato in diciannovesima posizione, scivolando in Serie B. Nell’estate 2013 anche Paci scese di categoria, ma per vestire la maglia del Brescia, dove lo aveva voluto Marco Giampaolo, suo allenatore nell’anno d’oro all’Ascoli.

Il tecnico abruzzese però venne rocambolescamente esonerato dopo cinque giornate, e da lì fino alla fine le Rondinelle cambiarono spesso allenatore, chiudendo solo in undicesima posizione. L’anno seguente tornò, dopo dodici anni, in terza serie per giocare con il Pisa di Piero Braglia, affiancando in difesa Andrea Lisuzzo, già compagno di reparto al Novara. Massimo Paci chiuse la sua ultima stagione da professionista con 25 presenze e un quinto posto in classifica.

Massimo Paci: la carriera da allenatore

Subito dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, Paci è passato ad allenare, tornando nelle sue Marche per assumere la gestione della Civitanovese, in Eccellenza. Ha ottenuto subito la promozione con il primo posto in classifica, e nella stagione seguente si è trasferito al Montegiorgio, club di un piccolo comune vicino casa sua a Fermo, sempre in Eccellenza. Anche qui Massimo Paci ha immediatamente ottenuto un grande risultato, vincendo il campionato e portando la formazione marchigiana in Serie D, confermando poi la categoria un anno dopo con il nono posto in classifica.

Nel 2019 si è seduto sulla panchina del Forlì, sempre in Serie D, ottenendo l’ottavo posto e attirando l’interesse di alcuni club professionistici. La sua carriera in panchina è andata avanti così in maniera molto spedita, e già nell’estate del 2020 Paci firmava con il Teramo in Serie C, qualificando gli abruzzesi ai play-off per la promozione grazie all’ottavo posto in classifica. Purtroppo, il suo Teramo non è poi riuscito ad andare oltre il primo turno, venendo eliminato dal Palermo col risultato di 2-0.

Nell’estate del 2021 Massimo Paci è arrivato, grazie a queste sue buone prestazioni, ad allenare in Serie B, accordandosi con il Pordenone. Ma qui per la prima volta la sua avventura in panchina ha incontrato degli ostacoli: dopo aver perso le prime due partite stagionali, ha avuto dei dissidi con la dirigenza, ed è stato esonerato. Un anno dopo è tornato al lavoro in Serie C con la Pro Vercelli, e a ottobre ha conseguito la licenza UEFA Pro, che consente di allenare qualsiasi squadra senza limitazioni. Purtroppo, però, la sua esperienza coi piemontesi si è interrotta nel febbraio 2023 con un nuovo esonero.

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