Marco Melandri ci ha provato, ma qualcosa si è rotto ed è arrivato il tempo di chiudere un capitolo importante della sua vita. Dire addio dopo quasi 400 gare, tra Motomondiale e Superbike, non è stato facile ma c’è un tempo per tutto. E questo è quello di staccarsi da una passione a cui Melandri dà un arrivederci in una conferenza stampa tenutasi a Milano.
“Come in tutte le favole deve esserci una fine”, ha spiegato Melandri in una conferenza stampa a Milano. L’italiano più vincente in Superbike (22 vittorie e 75 podi), campione del mondo in 250 nel 2002, si toglierà la tuta dopo la gara in Qatar del 26 ottobre. “Ho sentito di non avere più energie e grinta, qualcosa si è spento dentro”, le parole di un Melandri emozionato fino alle lacrime.
“Bisogna capire quando è il momento per smettere. A Misano mi facevo domande durante la gara e quando succede vuol dire che qualcosa non funziona. Ma non ho mai pensato di lasciare ora”, ha proseguito Melandri. “Essermi tolto questo peso mi permetterà di lottare fino a fine anno, mi stava logorando. Fino a fine stagione ci voglio arrivare come si deve. Il momento più bello della carriera? Forse la prima gara nel mondiale a Suzuka nel 1998, avevo 15 anni, ero un bambino ed era indescrivibile. Il momento più brutto? Nel 2012 quando, a tre gare dalla fine, Bmw ci diede il benservito per l’anno successivo”.
Il futuro tuttavia potrebbe essere ancora in sella: “Mi attira la MotoE, l’idea di fare qualche gara in un campionato di contorno con meno stress potrebbe piacermi, non escludo nulla. Ma ora voglio prendermi del tempo per stare con la famiglia, godermi mia figlia”. E c’è tempo anche per un consiglio a Valentino Rossi: “È difficile dargli un suggerimento, si accorgerà da solo quando sarà il momento di smettere”.
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