Pochi se lo ricordano ma durante la scorsa stagione, conclusasi con la trionfale conquista dello scudetto da parte dell’Inter, la permanenza in nerazzurro di Christian Eriksen, che adesso viene chiamato “il Maestro”, veniva quotidianamente messa in discussione, anche perché sembrava che fosse sceso di molto nelle gerarchie del tecnico Antonio Conte. Le voci di mercato erano molteplici ed erano diverse da un giorno all’altro. Poi, dopo le vittorie su Lazio e Milan, sulle quali mise anche la sua firma, Eriksen è diventato un titolare quasi inamovibile e un elemento irrinunciabile della compagine campione d’Italia.
Ora però il danese torna in discussione, e non per il rendimento sul campo ma per una circostanza ben più drammatica: il malore che lo ha colpito durante Danimarca-Finlandia di Euro 2020. E’ la Gazzetta dello Sport a parlare delle future strategie di mercato dell’Inter, che dipenderanno molto anche dal fatto se Eriksen potrà o meno tornare a giocare, e soprattutto bisognerà capire se il defibrillatore cardiaco sottocutaneo che gli è stato installato tramite operazione chirurgica sarà una soluzione temporanea o permanente. Nel primo caso, qualche speranza di tornare a giocare in Serie A ci sarebbe ancora, ma i tempi sarebbero comunque molto lunghi, mentre nel secondo caso la sua carriera ad alto livello sarebbe praticamente finita.
E comunque, come riporta la rosea, anche nell’ipotesi più ottimistica, cioè quella di togliere prima o poi il defibrillatore, le strategie del club per le prossime settimane cambiano radicalmente: niente partenza di Sensi e Vecino, inoltre sarà richiesto un ulteriore sforzo sul mercato, più di fantasia che economico, per trovare un sostituto all’altezza, ipotizzando un prestito. “I cordoni della borsa non possono essere allargati – si legge sulla Gazzetta -, servono ancora 70 milioni di utile finale: almeno sui conti la partita è conclusa. Su Chris, invece, l’Inter spera davvero nei supplementari”. E cioè, nel defibrillatore temporaneo.