Il ciclismo, degli ultimi anni, ha vissuto un profondo e sostanziale cambio generazionale. Gran parte dei migliori corridori al mondo, attualmente, sono ragazzi giovanissimi che hanno poco più che vent’anni. Se questo fatto da una parte aiuta il ricambio generazionale e permette di vedere volti nuovi in gruppo, dall’altra qualche veterano ha iniziato a storcere il naso.
Per quale motivo? Uno su tutti. La sfacciataggine di tanti ragazzi non piace a molti atleti più esperti e alcuni non hanno fatto mistero della loro insofferenza. Uno di questi è l’australiano Michael Matthews, il quale, nel podcast “Unplugged” di Matt Stephens, ha denunciato il fatto che in gruppo non ci sia più rispetto per gli altri.
“Quando sono diventato professionista, nel gruppo avevamo dei punti di riferimento e facevamo ciò che loro ci dicevano di fare, indipendentemente dalla squadra per cui si correva. Oggi la situazione è ben diversa e peggiora sempre di più. In gruppo non c’è più rispetto a ogni gara è come un incontro di boxe. Non importa chi tu sia, troverai sempre qualcuno che ti dà una gomitata o che ti taglia la strada“.