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Mino Raiola in lotta per la vita: è gravissimo. Ibra gli fa visita, gli ultimi aggiornamenti

Ibrahimovic è andato a fargli visita, Balotelli gli ha inviato un messaggio: il mondo del calcio e i tifosi si stringono a Mino Raiola che sta combattendo la battaglia più difficile

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Un uomo che sta combattendo. Così lo ha descritto il professor Alberto Zangrillo, quando è stato interpellato per avere conferma o meno della scomparsa di Mino Raiola, re dei procuratori di calcio, il ristoratore che ha inventato il mestiere dell’agente e che ha stretto contratti faraonici per giocatori del calibro di Zlatan Ibrahimovic, Gigio Donnarumma o Paul Pogba. Raiola lotta, come ha lasciato intendere il primario dell’ospedale San Raffaele dove è ricoverato il procuratore, per la vita.

Mino Raiola: gli ultimi aggiornamenti sulle condizioni

Una vita che ha preso a morsi, risultando quasi disturbante e rendendosi capace di inventare espressioni divenute epiche, frasi che si sono rilevate quasi evocative per irruenza e arguzia. Oggi, da quanto trapela e viene riportato dall’agenzia ANSA, Raiola versa “in gravissime condizioni” nel reparto di terapia intensiva di quello stesso nosocomio in cui, già nel gennaio scorso, si era sottoposto ad intervento chirurgico per problemi polmonari.

La situazione sulle condizioni di salute del noto procuratore richiede prudenza, eppure nella tarda mattinata di giovedì è trapelata la notizia ripresa dalle principali testate sportive e di informazione sulla sua morte.

La smentita della sua morte: Zangrillo e un tweet

Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione del San Raffaele, rompe il silenzio e fa chiarezza dicendosi “indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo”.

Poi un tweet dall’account ufficiale su twitter di Raiola smentisce con la consueta ironia mista a cinismo che ha sempre caratterizzato il suo linguaggio acceso, polemico, tagliente. Che sia il suo staff o egli stesso a dettare il testo, lo spirito è il suo:

“Stato di salute attuale per chi se lo chiede: incazzato. Per la seconda volta in quattro mesi mi uccidono. Sembrano anche in grado di risuscitarmi”.

Non è mai stato un uomo che ha desiderato accaparrarsi le simpatie. L’importante è sempre stato studiare la strategia vincente, portare il risultato, centrare società e ingaggio, strappare i trasferimenti migliori, incassare. Un continuo andare e superarsi, perché di certo nessuno è riuscito in quello che ha costruito Raiola, in questa professione.

La carriera di Mino Raiola, il re del calciomercato

Nato a Nocera Inferiore il 4 novembre del 1967, a un anno ha lasciato l’Italia per seguire i genitori che hanno deciso di intraprendere un’avventura nella ristorazione in Olanda, dove è cresciuto. fattosi grandicello e dimostrando un indubbio talento per il pallone, Raiola ha tentato con il calcio giocato.

Carmine detto Mino aveva le caratteristiche per farcela, però tra lui e il resto del mondo ci si è messo un infortunio. Poco male, restava la pizzeria di famiglia. Invece no. Invece, in testa, Raiola aveva altri progetti: nel loro locale spesso si concedevano serate di gruppo i giocatori della squadra locale: Haarlem non è poi così grande, ma vanta una tradizione calcistica notevole. Iniziò così la sua carriera di agente: da un ginocchio che si rompe e da un’idea che poi è diventata enorme.

Una popolarità che si è guadagnato sul campo: in queste ore tanti i messaggi di affetto e di sostegno dei suoi giocatori, personaggi pubblici e persone comuni, che hanno invaso i social.

Il rapporto con Ibrahimovic

Gestisce alcuni dei migliori calciatori al mondo, campioni e personalità di spicco come Pogba, Haaland, Donnarumma, Balotelli (che gli ha dedicato un post) de Ligt e Zlatan Ibrahimovic con cui ha costruito anche un rapporto d’amicizia.

L’attaccante svedese è andato a trovarlo al San Raffaele, nel pomeriggio: è stato avvistato accanto al blocco Q2 dell’ospedale milanese. Inevitabile. D’altronde lo stesso Ibra ha sempre detto che Mino è come un secondo padre, per lui.

“Spero possa stare bene – l’auspicio dell’ad dell’Inter Beppe Marotta – a lui mi lega un rapporto di amicizia basato anche su diversi scontri avuti. Lo conosco da quarant’anni. E’ un agente preparato, scaltro e furbo. Dice in faccia quello che pensa. E’ stato un pioniere. Ho gestito con lui operazioni, come ad esempio quella di Pogba, una trattativa importante sia nel portarlo alla Juve a parametro zero che nel venderlo a 110 milioni. E’ il suo e il mio fiore all’occhiello”.

Raiola in questo sistema rimane un personaggio controverso, quasi difficile, eppure protagonista assoluto dell’innovazione del calcio moderno e di quel che muove questa macchina meravigliosa a cui non riesce a rinunciare, Mino.

C’è sempre una nuova operazione da preparare, studiare gli incastri perfetti, intavolare le trattative con gli interlocutori giusti e valutare i tempi giusti per chiudere.

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