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Mirabelli al veleno: "Campione non vuole dire dirigente"

Non sembrano casuali i riferimenti dell'ex direttore sportivo del Milan.

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Mirabelli al veleno: "Campione non vuole dire dirigente" Fonte: 123RF

A ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Massimiliano Mirabelli, ex direttore sportivo del Milan, che non si è tirato indietro: “Il problema serio del Milan, io l’ho vissuto, oggi come oggi deve non vivere della sua storia. La storia va ricordata, ma non si può essere prigionieri di questa storia. Oggi è imprigionato il mondo nel parlare di bandiere, chi è stato un gran campione in campo non vuol dire debba fare il dirigente”. Riferimenti che non sembrano casuali.

“Secondo me se il Milan vuole tornare ad essere quello che è stato un tempo, deve vivere di presente senza chiacchiere, sennò saranno anni bui – ha aggiunto -. Peccato, perché c’è una tifoseria importante, che segue sempre. Quando proprio è vuoto, il San Siro fa 50.000 spettatori”.

“Nessuno si aspettava una cosa del genere, il Milan ha già una proprietà importante, ha investito tantissimo, molto più di ciò che hanno investito i cinesi, avendo più sessioni di mercato a disposizione, ci si aspettava qualcosa di più importante. Sono stati fatti cambiamenti importanti, allenatore, staff dirigenziale che è uno tra i più costosi in Italia, ci aspettavamo qualcosa di diverso” ha proseguito Mirabelli.

“Tutti ce l’hanno con Giampaolo, che io ritengo un ottimo allenatore – ha evidenziato l’ex dirigente rossonero -. Chi conosce Giampaolo, sa che gli deve costruire una squadra ad hoc, non è una squadra che può esprimersi come vuole lui. Il Milan avendo Suso, uno dei giocatori più importanti che non può giocare da trequartista, e quindi è stato bocciato, non dispone dell’uomo giusto. C’è stato un problema di comunicazione nella costruzione della squadra”.

“Quando siamo stati ad operare noi, abbiamo rifondato una squadra prendendo 11 giocatori con una sola sessione di mercato e abbiamo sfiorato la Champions, punti persi con Verona e Benevento, due squadre retrocesse” ha poi ricordato il calabrese.

Chiusura con (ennesima) stoccata: “Nelle successive sessioni di mercato, avremmo voluto aggiungere ciò che mancava, poi è cambiata la proprietà ed il management, ma hanno investito tantissimo sul mercato. Ha comprato giocatori giovani, ma comunque costosi, ci si aspettava di più”.

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