Da Castellammare di Stabia a Sorrento i chilometri in auto sono più o meno 18, parte dei quali con vista mare: essere così vicino a casa ha i suoi vantaggia, sia logistici che simbolici.
Lungo il tragitto che lo ha condotto, quotidianamente, agli allenamenti allo “Stadio Italia”, Antonio Mirante avrà riordinato le idee, aspettando l’opportunità giusta per ritornare in campo.
Con l’ufficialità dell’inizio della sua nuova avventura calcistica, quella al Milan, Mirante ha chiuso uno dei capitoli più intensi della sua carriera: fatto non da partite in Champions League, né di gare ufficiali, ma di umiltà e di voglia di riscatto. “In questi mesi Antonio si è allenato con noi mostrando una professionalità ed una umiltà fuori dal comune”, recita un post sul profilo Instagram del club.
Una volta scaduto il contratto con la Roma, Mirante è tornato vicino casa, a Sorrento, per riprendere la preparazione in attesa di una chiamata: anzi, “della chiamata”, arrivata negli scorsi giorni. “Il nostro preparatore Nando Ulliano ed i portieri Volzone, Strino e Del Sorbo hanno avuto modo di apprezzarne non solo le doti tecniche ma soprattutto l’aspetto umano”.
Una scelta romantica che lo ha riportato indietro nel tempo: alla metà degli anni Novanta, quando Mirante, un ragazzino, entrava nelle giovanili della squadra campana, prima di passare a quelle della Juventus. “Antonio è stato uno di noi a tutti gli effetti: ha seguito le partite dagli spalti dello stadio Italia e fornito preziosi consigli ai suoi giovani colleghi. Siamo felici per lui e gli auguriamo grandi successi in… rossonero!”.
Non è mai stato fermo: ha lavorato da dove tutto è partito, e da lì ha fatto il possibile per farsi trovare pronto e dirigersi alla meta, dove tutto può ancora una volta ripartire: senza dimenticare le radici.