Il Brasile viene eliminato ancora una volta ai quarti di finale di un Mondiale. A Russia 2018 vittima del Belgio, a Qatar 2022 estromesso da una stoica Croazia capace di trascinare la squadra di Tite ai rigori, dove la nazionale allenata da Zlatko Dalic si è imposta per 4-2.
Mondiali, Brasile: flop Tite
Leonardo Bacchi “Tite” dopo l’uscita di scena dalla Coppa del Mondo ha ratificato la sua decisione di dimettersi (annunciata peraltro oltre un anno fa qualunque fosse stato l’esito della spedizione verdeoro al Mondiale) motivandola come “la fine di un ciclo”. A detta di molti commentatori, la gestione del “Professore” a questo mondiale può rivelarsi un flop, in quanto nei 26 convocati vi sarebbero oggettivamente giocatori con doti individuali da urlo che, però, non sono stati in grado di mettere a disposizione il proprio talento per la causa collettiva. E, si sa, il calcio è uno sport di squadra. Inoltre, se si confrontano i componenti del gruppo vincitore del Mondiale 2002 (composto da Cafu, Roberto Carlos, Rivaldo, Ronaldo, Roqué Junior, Rivaldo; fenomeni non solamente per doti tecniche, ma anche per capacità di saper reggere determinate pressioni), a Qatar 2022 la linea verde non ha dato i risultati sperati: Vinicius, Richarlison, a Raphinha e Rodrygo hanno tutti steccato di brutto contro la Croazia.
Mondiali, Brasile: perchè Neymar non ha tirato il rigore
Chi ha seguito la sequenza dei tiri di rigore, si sarà chiesto perchè un calciatore rappresentativo come Neymar non sia stato incaricato di calciare dagli undici metri. Il motivo, spiega Tite, è semplicissimo: il calciatore del PSG era stato designato come quinto rigorista, in quanto potenzialmente decisivo e quindi da affidare a chi sapesse reggere maggiormente la pressione. La sequenza è stata aperta da Rodrygo che si è fatto parare il tiro da Livakovic. In seguito Casemiro e Pedro avevano messo a segno la loro esecuzione, infine Marquinhos ha stroncato il sogno verdeoro, colpendo il palo.
Mondiali, Brasile: chi ha deluso
A deludere, non solo l’allenatore Bacchi e la linea verde, come riferito poc’anzi. Anche i membri della vecchia guardia hanno contribuito, loro malgrado, a raggiungere questo risultato negativo. Facciamo tre esempi: lo juventino Alex Sandro, dopo una buona prima parte di Mondiale, si è infortunato ed è poi subentrato sempre dalla panchina. Thiago Silva, invece, alla luce dei suoi 38 anni sembra in fase calante della sua carriera, mentre Dani Alves, convocato come motivatore per i giovani, non ha mai inciso realmente sulle prestazioni della nazionale verdeoro.