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Mondiali Scherma, spadiste italiane argento e beffa: oro alla Polonia, rimonta all'ultimo assalto

Polacche trascinate da Martyna Swatowska-Wenglarzczyk, che con un parziale di 9-3 ha ribaltato Rossella Fiamingo. Alle Azzurre fa male: Navarria, Santucci e Fiamingo avevano tirato benissimo nei primi 8 assalti

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Auden Bavaro

Auden Bavaro

Giornalista

Lo sporco lavoro del coordinamento: qualcuno lo deve pur fare. Eppure, quando ha modo di pigiare le dita sulla tastiera, restituisce storie e racconti di sport che valgono il biglietto

L’epilogo per l’Italia è amaro, e non potrebbe essere altrimenti: ai Mondiali di scherma le spadiste si buttano via sul più bello, rimontate dalla Polonia nelle battute conclusive di una finale sempre condotta, seppur di stretta misura.

L’ultimo assalto ha premiato le polacche grazie alla prova super di Martyna Swatowska-Wenglarzczyk, che con un parziale di 9-3 ha ribaltato Rossella Fiamingo e s’è messa la medaglia d’oro al collo per sé e le compagne. Per l’Italia è una beffa atroce: Mara Navarria, Alberta Santucci e la stessa Fiamingo avevano tirato benissimo nei primi 8 assalti, ma nel finale all’atleta siciliana è mancata la lucidità per tenere testa a una rivale scatenata, capace di attrarla nella trappola e di controbattere con astuzia e intelligenza.

Ultimo minuto: cambia tutto

Senza un finale tanto strepitoso da parte della Swatowska, probabilmente l’oro non sarebbe sfuggito alle spadiste azzurre. Che hanno avuto in Mara Navarria l’atleta per performante nel corso di una finale complicata, filata via all’insegna dell’equilibrio, dove il massimo vantaggio raggiunto dalle azzurre è stato di 5 lunghezze sul 14-9.

Sul 23-20, al settimo assalto, il più sembrava fatto: Navarria era riuscita a prendere un po’ di margine sfruttando un piccolo passaggio a vuoto della Knapik-Miazga, lasciando a Santuccio e Fiamingo un piccolo tesoretto da poter gestire.

Greg a bordo campo per Rossella

Proprio Rossella, incitata a bordo campo dalla presenza del fidanzato Gregorio Paltrinieri (appena rientrato da Fukuoka dopo aver rinunciato alla finale dei 1.500 stile libero), s’è ritrovata a dover gestire due stoccate di vantaggio nell’ultimo assalto: Swatowska-Wenglarzczyk ha mostrato però doti caratteriali e tecniche davvero fuori dal comune, obbligando la siciliana a prendersi qualche rischio dopo essersi ritrovata in svantaggio, e poi tirandola dentro la “trappola” nei secondi conclusivi, riuscendo a colpirla tre volte approfittando della guardia bassa.

Un finale amaro per le azzurre del tecnico Dario Chiadò, che pure hanno fatto un passo avanti enorme in vista della qualificazione per Parigi 2024. L’oro mondiale manca dal 2009: era l’occasione perfetta per rimettere le cose a posto, ma bisognerà attendere ancora.

Il dispiacere e la convinzione: “L’oro arriverà”

A caldo, con l’adrenalina ancora in corpo e gli occhi un po’ lucidi, le ragazze hanno commentato ai microfoni Rai l’epilogo della finale di Milano.

Abbiamo fatto un lavoro di squadra straordinario durante tutta la giornata, ma so perfettamente che se non è arrivato l’oro è soprattutto a causa mia

spiega Rossella Fiamingo.

Mi dispiace tanto, perché sono tanti anni che inseguiamo questa medaglia d’oro e non vuole proprio arrivare. Dopo tanti podi ce la meritavamo, per di più davanti a questo meraviglioso pubblico milanese. Non posso essere felice: l’argento non è mai da buttare, ma avevamo tutto per arrivare in fondo

Le compagne si stringono attorno a Fiamingo

Tante volte ci hai tirato fuori dai guai, lanciandoci verso risultati straordinari, e stavolta è andata male, ma sei un essere umana anche tu

risponde Federica Isola, che in finale non ha tirato, contribuendo però a portare la squadra in finale. Mara Navarria, la più brillante negli assalti finali, la prende con filosofia:

Sono contenta di essere entrata tra le prime 4, perché questi punti ci consentiranno di arrivare belle cariche a Parigi. Abbiamo fatto un gran lavoro, lavoreremo con impegno per migliorare ancora.

Alberta Santuccio ha già messo nel mirino l’obiettivo:

Siamo un gruppo fantastico, meritavamo di vincere l’oro, ma non importa. Vorrà dire che quella medaglia ce la prenderemo da un’altra parte.

Parigi non è lontana: non serve pronunciare il nome della capitale francese, tanto la mente corre già alla prossima estate.

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