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Morte Berta Viñales, Fabrizio choc: "Mi ritiro dalle corse"

L'esperto pilota romano, che era rientrato in Supersport dopo sei anni di assenza, lancia pesanti accuse verso la Federazione Internazionale: "Vedo indifferenza, non si gioca con la vita dei ragazzi".

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Morte Berta Viñales, Fabrizio choc: "Mi ritiro dalle corse" Fonte: Getty Images

La morte di Dean Berta Viñales ha sconvolto l’intero mondo del motociclismo. Fino a spingere uno dei piloti più esperti della Supersport a decidere di lasciare l’attività con effetto immediato,

Michel Fabrizio ha infatti comunicato attraverso un post sul proprio profilo Facebook che non solo non sarà in pista per il Gp di Spagna a Jerez, ma che la sua esperienza nel mondo dei motori è conclusa.

Una decisione, quella del pilota romano classe 1983, tornato alla corse nel 2021 dopo sei anni di assenza, figlia anche dell’indignazione nei confronti delle istituzioni del proprio sport:

“Domani mi rifiuterò di correre per rispetto della vita umana. E mi ritiro. È il momento di dire basta. Oggi ho assistito ad una brutta giornata, la perdita di un pilota di soli 15 anni. Gare così ne ho viste tante in questa categoria, e ogni volta che ne finiva una, si tirava un sospiro di sollievo perché era andata bene. Ma purtroppo non sempre va bene e oggi è successo l’imprevedibile o forse quello che si sapeva potesse accadere.

Sono sdraiato da più di 5 ore sul letto del mio hotel a guardare il soffitto, ripensando ai momenti belli che questo sport mi ha regalato. Ma rientrando dopo 6 anni ho visto questo mondo cambiato. Ho visto un’indifferenza da parte della Federazione Internazionale: schierare 42 bambini nella Yamaha cup (fortunatamente è filato tutto liscio, nel 2021) e altri 42 nel Mondiale 300. Troppi, troppi piloti con poca o addirittura pochissima esperienza, e questo non succede solo nel mondiale, ma anche in campionati nazionali, dove per fare cassa si prende tutto, fino all”ultimo posto disponibile”.

Quello di Fabrizio è un vero e proprio grido di allarme che si estende a tutto il motociclismo:

“Valentino Rossi anni fa, quando Marquez è entrato in MotoGP, è stato hanno criticato, dicendo che si lamentava per le manovre di Marquez “scorrette”. Bisogna dargli ragione. Marc è diventato un punto di riferimento: questi giovani emulano le sue gesta, facendo sorpassi troppo a limite, appoggiandosi al proprio avversario rischiando ogni centimetro.

Aggiungiamo che mi ritiro dal mondo delle corse per mandare un messaggio forte di protesta! Affinché le regole cambino per la salvaguardia delle vite umane. Il problema c’è nella Moto3, nella Talent Cup e nei campionati nazionali! Oltre a ciò vanno riviste anche le piste che devono prevedere spazi di fuga migliori! Vedi l’incidente di Valentino che ha rischiato di morire per una pista fatta male. Vedi il Red Bull Ring, dove i piloti cascano e rimangono fermi in mezzo alla traiettoria! Tutto ciò dipende dalla FIM che non svolge un ruolo di salvaguardia verso la vita ma predilige semplicemente il business!

È ora che intervenga la politica di ogni nazione! Il primo che lanciò un messaggio forte fu  Ayrton Senna, che disse come alcune piste fossero pericolose, e solo dopo la sua morte si intervenne. Ad oggi nella Formula1 ci sono meno morti, invece nel motociclismo ultimamente c’è un’ecatombe!”.

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