È morto a 64 anni Cesare Cipollini, fratello di Mario: il post sui social di Re Leone è pieno di commozione nel ricordare quello che definisce il suo “supereroe”.
Non è stato un velocista come suo fratello Mario, le cui volate hanno fatto alzare le braccia ad almeno due generazioni di italiani e consacrato di diritto nell’Olimpo del ciclismo con l’iridato del 2002, le 42 tappe al Giro d’Italia e la Milano-Sanremo ma Cesare Cipollini sta alla velocità del pedale almeno un po’ pure lui.
L’addio a Cesare è di qualche ora fa: nel pomeriggio di giovedì 10 agosto, a Livorno, è deceduto a 64 anni e lascia un ricordo indelebile nel mondo dei pedali che aveva imparato a conoscerlo e celebrarne le qualità.
- Professionista dal 1978 al 1990
- Il record del mondo
- La deroga della Federazione, come Saronni
- Lascia tre figli
- Il post di Re Leone su Facebook
Professionista dal 1978 al 1990
La carriera di Cesare Cipollini comincia con l’etichetta di peso e di pregio. Dicono di lui, da subito: è un fenomeno. Non il finisseur che sarebbe diventato Mario ma qualcosa che nel contesto ciclistico si apprezza forse ancora di più: uomo da classiche e da giri, quello che ti dà affidabilità, l’elemento a cui la squadra mette i gregari di fianco.
Professionista dal 1978 al 1990, è già tra gli juniores che Cesare si fa notare. Fa in fretta: era un bimbo, rispetto ai vari Sandro Callari, Rino De Candido e Giuseppe Saronni quando la Nazionale decise di infilarlo nel quartetto su pista dei Giochi di Montreal.
Il record del mondo
Il 1976, a casa Cipollini, si ricorda da quasi cinquant’anni perché uno scricciolo e tre professionisti compiuti stabilirono il record del mondo: crono fermo a 4’24″00, l’immagine fissa sul tabellone.
Fu l’inizio di tutto il resto: un anno da dilettante nelle file della Fracor nel corso del quale infilò da solo le vittorie alla Firenze-Viareggio e al Giro delle Tre Province.
La deroga della Federazione, come Saronni
Il seguito fu talmente straordinario – fuori dal comune – che nel 1978 la Federazione gli concesse di diventare professionista con una deroga rispetto al regolamento in vigore, il quale non ammetteva tra i pro gli under 21: ricevette, in sostanza, lo stesso trattamento riservato a Giuseppe Saronni l’anno precedente.
In quota alla Magniflex-Torpado si aggiudicò il Giro Dell’Emilia (1983) e due tappe argentine della Vuelta Mendoza. Nel bagaglio nove Giri d’Italia e tre Milano-Sanremo.
Lascia tre figli
Distante dal ciclismo non c’è mai stato, nemmeno in seguito: si è trascinato, in tempi recenti, problemi di cuore che lo hanno costretto, nel 2019, a un trapianto. Lascia i tre figli Cecilia, Francesco ed Edoardo.
Quest’ultimo, tra tutti, è colui il quale ha deciso di dare seguito alla storia binaria che insiste tra la famiglia Cipollini e la bicicletta: è uno juniores di cui si dice un gran bene, proprio come papà Cesare.
Il post di Re Leone su Facebook
Toccante il post sulla pagina Facebook di Mario Cipollini in ricordo del fratello Cesare:
Mio fratello se ne è andato. La mia mente fugge a ricercare i momenti belli. Questa foto ha un significato immenso per me, era appesa in una “sala” ornata di coppe e di trofei: la foto in questione ritrae Cesare a fianco di Giuseppe Saronni.
Era piccolo, Mario, ai tempi della foto: Cesare stava cominciando a pedalare tra i grandi, lui lo seguiva estasiato:
Questa foto mi riporta al mio intimo: mi sentivo così orgoglioso di avere un fratello Campione! La mia è stata un’infanzia da fan nei suoi confronti, dai viaggi per seguirlo nelle gare, ad osservarlo in ogni momento. Ho ancora i ricordi di quando preparava la sua bici o quando preparava la valigia per andare al Giro d’Italia e lo vedevo come un Super Eroe. Fai buon viaggio Cesare.