Tra tante coccarde che nella sua carriera Mario Sconcerti ha meritato è corretto però ricordare un buco nero, relativo ad una storica lite mai chiarita con Giancarlo Antognoni. Sconcerti è sempre stato tifosissimo della Fiorentina e con Cecchi Gori presidente nei primi anni 2000 fu chiamato a svolgere anche un ruolo dirigenziale, vivendo momenti di gloria con le giocate di Rui Costa e le trovate di Terim allenatore ma andando poi in crisi in un secondo momento.
Sconcerti attaccò duramente Antognoni in diretta tv
Era il febbraio 2001 la Fiorentina stava vivendo un momento difficile a seguito delle dimissioni di Terim, del suo vice Di Gennaro e per il fatto che Giancarlo Antognoni aveva deciso di allontanarsi di conseguenza. Su Canale 10 era presente al centro dello studio l’allora amministratore delegato viola, Mario Sconcerti.
Il giornalista provò a spiegare la sua verità in merito all’addio di Terim, amatissimo dai tifosi. Sentendosi chiamato in ballo, Antognoni chiamò in diretta per replicare. Volarono gli stracci, si sentiva la moglie di Antognoni in sottofondo che diceva “e gli rispondi pure?”, una diatriba violenta e al termine del battibecco scattò la frase di Sconcerti che è rimasta storica: “Ma tu – disse rivolgendosi alla bandiera viola – cosa hai dato alla Fiorentina?”. Secca la replica di Antognoni: “Non so cosa abbia dato tu alla Fiorentina, io invece ho dato tutto”.
Tra Antognoni e Sconcerti non ci fu mai la pace
Una lite furiosa che non fu mai appianata. Anche in epoca recente Sconcerti, che se l’è sempre legata al dito, attaccò la bandiera viola dicendo: “Antognoni parli, ci spieghi il suo sdegno. Perché si fa trattare così? Perché a 67 anni non dice cosa succede? Lasciate che si difenda da solo, senza media o terze persone. Non chiediamo agli altri di dire cosa deve fare se vogliamo che continui ad avere un ruolo nella Fiorentina. Sia libero, ha una trattativa privata con la società. Se i fiorentini pensano che debba essere pagato dal club solo perché è una bandiera, che paghino loro una tassa”.
Il giorno dopo la risposta di Antognoni: “Non ne vale la pena ma gli rispondo. Voglio far capire al “fenomeno” che negli ultimi 5 anni e mezzo ho fatto il club manager, presente ogni giorno tra allenamenti, partite e ritiri. Rappresentavo la società. Commisso mi ha confermato il contratto dandomi in più la mansione di technical manager. Non sono solo una bandiera, lavoro. Non sto fermo. Mentre lui si sciacquava le pa…, sempre che le abbia ancora, io ero presente per la Fiorentina. Che lo intestino a lui lo stadio, io sono ancora attivo. Di solito si intitolano ai morti, lui ci è più vicino di me. Brutta bestia l’invidia, viene a fare la morale sui soldi a me e durante il fallimento ha pure chiesto gli stipendi. Ho avuto uno scontro già vent’anni fa, quando mi dimisi”.