Quanto ha inciso la sfera economica nel suo ritorno in MotoGP dopo quasi un anno sabbatico in seguito al mancato rinnovo con Ducati al termine del 2020? La storia tra Dovizioso e la scuderia di Borgo Panigale iniziata nel 2013 e culminata con un triennio da vice campione del mondo dal 2017 al 2019 e 14 vittorie in sella alla Desmosedici, non ha trovato continuità. Ecco perchè il “Dovi” ha scelto di tornare in Motogp correndo per la Yamaha.
“Non ho mai preso una decisione in base ai soldi, in nessuna stagione. Sono tornato perché Yamaha ha esaudito le condizioni che ritenevo necessarie per tornare a correre, non scelgo le moto in base a quanto guadagno”.
Dovizioso nel 2020 non ha raggiunto l’accordo con KTM a differenza di Danilo Petrucci. Le cose non sono andate benissimo nemmeno con Aprilia, infine, chi ha convinto definitivamente Andrea Dovizioso a tornare in pista è stata la Yamaha, che si è improvvisamente trovata a corto di piloti dopo il divorzio con Vinales e l’addio di Valentino Rossi.
L’ex pilota della Ducati nel 2022 sarà un pilota semi-ufficiale e avrà a disposizione una Yamaha M1 factory al pari di Fabio Quartararo e Franco Morbidelli, anche se questi ultimi riceveranno ovviamente prima eventuali aggiornamenti.
“Non mi sono trovato a mio agio in sella su una moto che di base aveva diversi problemi – ha aggiunto Dovizioso intervistato dal giornalista spagnolo Manuel Pecino – non credo che con la moto 2022 sarò al vertice della classifica non appena salirò in sella, so che dovrò metterci molto del mio, ma penso con la M1 ufficiale si possa andare molto più veloce rispetto alle ultime gare del 2021″.