A meno di 48 ore dal successo olimpico, celebrato indistintamente da tutti gli italiani e da tutte le parti politiche, e a circa un giorno dal ritorno trionfale in patria dell’Italvolley femminile, è scoppiata già un’altra polemica. Ad accendere la miccia qualche vandalo che ieri notte ha deturpato il murale “Italianità” realizzato nella notte fra domenica e lunedì dalla street artist Laika, davanti alla sede del Coni di viale Tiziano, a Roma.
- Lo sfregio al murale di Laika
- Egonu, la rabbia di Zaytsev
- Zaytsev contro il razzismo
- Egonu, ripristinato il murale
Lo sfregio al murale di Laika
Il volto, le gambe e le braccia di Paola Egonu sono state “alterate” e colorate di rosa. L’alt al razzismo, al pari della tregua olimpica, quindi, è durato poco o niente. In tanti, a ruota, hanno condannato l’atto vandalico. Ma se politici e altre figure istituzionali l’hanno fatto nella maniera classica, c’è chi ha provato ad andare oltre, senza usare il politichese, utilizzando anche un linguaggio molto più consono ad un fatto del genere. Un linguaggio carico di rabbia ed indignazione, che non fa sconti a nessuno.
Egonu, la rabbia di Zaytsev
Ivan Zaytsev, pallavolista russo naturalizzato italiano in forza alla Lube, è intervenuto duramente sulla vicenda. L’opposto ha pubblicato un lungo messaggio con cui ha voluto esprimere tutta la sua solidarietà nei confronti di Paola Egonu. “Sono stanco, stufo e inc**zato di vedere costantemente attaccata un’atleta eccezionale come Paola orgoglio della nostra nazionale di volley femminile medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi 2024. Qualcuno dirà che sono pochi ma rumorosi, che sono solo ignoranti o invidiosi ma la verità è che mai nessuno mi ha offeso per il colore della mia pelle o per i miei capelli biondi tipicamente ‘italiani'”.
Zaytsev contro il razzismo
Zaytsev, medaglia di bronzo a Londra 2012 e d’argento a Rio 2016 con l’Italvolley, non si è risparmiato, come giusto che sia: “Sono nauseato da questi ipocriti ed ignoranti tentativi di destabilizzazione, di divisione e profonda ingratitudine. Vorrei solo godermi questo capolavoro sportivo di queste straordinarie 13 atlete italiane e del loro superlativo staff senza che qualche imbecille cerchi la sua visibilità cercando di trascinare giù qualcuno perché tanto la storia non si cancella ma il vostro razzismo quello sì lo cancelleremo eccome a suon di alzate di voce, di scudi e di schiacciate nel cuore”.
Egonu, ripristinato il murale
Per onor di cronaca, va detto che il murale è stato ripristinato così come era stato inizialmente realizzato da Laika, compresa la scritta contro il razzismo. Si è trattato comunque dell’ennesimo episodio che contribuisce a riaccendere il dibattito sullo ius soli in Italia.