Marek Hamsik apre al ritorno al Napoli. Dopo aver coronato il sogno di vincere il primo titolo nazionale della propria carriera, in Turchia con il Trabzonspor, l’ex capitano degli azzurri è pronto a valutare la possibilità di tornare nella città che lo ha reso grande.
Anzi, intervistato da DAZN, lo slovacco ha rivelato quanto è stata sofferta la decisione di salutare i colori azzurri, presa nel febbraio 2019 per trasferirsi in Cina al Dalian Yifang: “Non ho mai avuto esigenza di cambiare squadra. Ero contento e ho rinnovato cinque volte in dodici anni. I tifosi mi amavano, se non fosse arrivata l’offerta dalla Cina avrei concluso la carriera al Napoli”.
Poi, una carrellata sugli allenatori avuti a Napoli: “Mazzarri diede un’identità di gruppo forte, vincemmo la Coppa Italia dopo 20 anni, non dimenticheremo mai quella festa, con Lavezzi e Cavani formammo un tridente fortissimo, tra i più forti di sempre del Napoli. Con Benitez sono arrivati grandi giocatori, Sarri mi ha lasciato un segno, con lui per tre anni abbiamo giocato sempre a due tocchi, sembrava la Play Station”.
L’era Sarri è legata al rimpianto per lo scudetto perso in volata nel 2018: “Eravamo ad un passo, peccato non esserci riusciti, ma è andata così, questa è la vita. Alla fine sono riuscito a vincere uno scudetto, ma purtroppo non a Napoli”.
Infine uno sguardo al futuro personale e a quello prossimo di un Napoli tornato a sognare in grande, con tanto di retroscena su Spalletti e Lobotka: “Con De Laurentiis ho sempre avuto un buon rapporto, ci siamo sentiti di recente e mi ha detto ‘Quando finisci col calcio giocato fammi sapere e parliamo di futuro insieme’. Non siamo ancora arrivati a questo punto, ma se mi chiamasse sarebbe difficile dire di no”.
“Kim, Kvaratskhelia e Osimhen non stanno facendo rimpiangere i grandi che sono andati via. Kvara ha una facilità di dribbling incredibile, è tra i migliori al mondo. Anno buono? Non si dice, ma stanno devastando tutti in campionato. Ho sentito Spalletti quando stava per firmare col Napoli, mi chiedeva di Lobotka e mi diceva di invitarlo a stare tranquillo perché sarebbe tornato quello del Celta. Aveva ragione”.