A meno di due mesi dal via del Mondiale in Qatar, l’Italia riparte a tutti gli effetti e prova a cancellare l’onta della seconda mancata partecipazione consecutiva al torneo iridato conquistando per il secondo anno consecutivo la Final Four di Nations League grazie al 2-0 in casa dell’Ungheria nell’ultima partita del Gruppo 3 di Lega A.
- Nations League, la giovane Italia alla Final Four
- Raspadori la sblocca, Donnarumma para tutto
- Ungheria-Italia, come ha arbitrato Bastien
- Il tabellino
- Ungheria-Italia 0-2, le pagelle
Nations League, la giovane Italia alla Final Four
Ci saranno quindi anche gli Azzurri nel prossimo giugno in Olanda per provare a vincere la terza edizione della competizione, insieme agli Orange, alla Croazia e a una tra Portogallo e Spagna. Come detto più volte dallo stesso ct Mancini e da tanti giocatori la ferita per la mancata qualificazione per il Qatar brucia e brucerà , ma vincere il girone di ferro che comprendeva anche Germania e Inghilterra darà autostima e fiducia ad un gruppo rinnovato e ringiovanito e che deve ancora crescere molto come personalità e qualità di gioco.
A gelare l’entusiasmo della Puskas Arena sono stati i gol di Giacomo Raspadori e Federico Dimarco, una rete per tempo che ha spento i sogni della squadra di Marco Rossi, alla quale sarebbe bastato un pareggio, ma che ha pagato l’evidente gap tecnico, pur creando tantissimo.
Raspadori la sblocca, Donnarumma para tutto
Le scelte di formazione di Mancini hanno pagato solo in parte, perché la coppia di attaccanti rapidi Raspadori-Gnonto non ha impensierito più di tanto i colossi della difesa ungherese. Impalpabile e confusionario l’ex Inter, mentre l’attaccante del Napoli è stato ancora letale firmando il gol del vantaggio al 28’, di rapina dopo un pasticcio nella costruzione dal basso della difesa ungherese. L’Italia aveva comunque legittimato il vantaggio esprimendo una buona qualità di gioco in particolare sulle fasce e sfiorando il gol con Cristante e Di Lorenzo.
Tutt’altra musica nel secondo tempo, dominato da un’Ungheria generosa e sfortunata. A salire in cattedra allora è stato Gigio Donnarumma, capace di riscattare un’uscita a vuoto nel finale di primo tempo con una serie di interventi prodigiosi: clamorosa la tripla parata al 5’ su Szoboszlai, Orban e Adam Szalai, che ha preceduto di tre minuti il raddoppio di Dimarco, puntuale a spingere in rete dal secondo palo un’azione di Barella rifinita da Cristante per il gol numero 1500 della storia dell’Italia.
A questo punto l’Italia si dedica al contenimento, non riuscendo però a tenere alta la squadra a causa della configurazione del proprio attacco: Donnarumma è ancora insuperabile su Styles e la spinta dell’Ungheria si spegne dopo il rigore non concesso per la spinta di Bastoni su Adam nel finale. La nuova Italia ha ritrovato spensieratezza e fiducia: il modo migliore per provare a vincere la nostalgia che farà inevitabilmente capolino a novembre.
Ungheria-Italia, come ha arbitrato Bastien
Partita intensissima e quindi potenzialmente insidiosa, ma corretta, così il fischietto francese non fatica a tenerla in pugno. Corrette le tre ammonizioni, ma resta la macchia della spinta di Bastoni su Adam nel finale, ignorata comunque anche dal Var.
Il tabellino
Ungheria-Italia 0-2
Marcatori: 27’ Raspadori; 52′ Dimarco
Ungheria (3-4-2-1): Gulacsi; Lang, Orban, At. Szalai; Fiola, A. Nagy (46’ Styles), Schafer, Kerkez (57’ Gazdag); Négo (75’ Bolla), Szoboszlai (85′ Kleinheisler), Ad. Szalai (75’ Adam). Ct.: M. Rossi.
Italia (3-5-2): Donnarumma; Toloi, Bonucci, Acerbi (46’ Bastoni); Di Lorenzo (90’Mazzocchi), Barella, Jorginho (74’ Pobega), Cristante, Dimarco; Raspadori (74′ Scamacca), Gnonto (67’ Gabbiabini). Ct.: R. Mancini.
Arbitro: Bastien (Francia)
Ammonizioni: Acerbi, At. Szalai, Fiola
Ungheria-Italia 0-2, le pagelle
Donnarumma 8: il voto sarebbe stato ancora più alto senza l’uscita a vuoto di fine primo tempo. Monumentali e aiutati da un pizzico di fortuna gli interventi in serie con i quali Super Gigio spegne le velleità ungheresi nei momenti chiave del secondo tempo
Dimarco 7: l’ex Verona manda un messaggio chiaro a Inzaghi. Nello stesso sistema di gioco dell’Inter il ragazzo è al momento il top del panorama italiano e la miglior soluzione possibile anche per i nerazzurri: corsa, spinta costante, cross di qualità e il solito senso del gol. Senza dimenticarsi di coprire. Nella storia per il centro azzurro numero 1500.
Barella 6: l’imbucata per Cristante per il gol del raddoppio salva la serata dell’incursore dell’Inter, che si conferma lontano dai migliori standard di rendimento. In affanno anche nel finale quando la squadra va in apnea.
Cristante 6.5: non sempre appariscente, come nell’assist per Dimarco, ma preziosissimo a livello tattico oltre che nel far sentire la propria fisicità rispetto ai mediani ungheresi. Chiude da regista dopo l’uscita di Jorginho
Raspadori 6.5: come già in Napoli-Spezia e pure contro l’Inghilterra, il gol esalta la prestazione di Jack, per il resto poco pericoloso. L’intesa con Gnonto è tutta da costruire, ma intanto l’ex Sassuolo sta facendo esperienza internazionale e sta diventando un punto fermo del nuovo ciclo azzurro. Cinque gol in 15 partite in azzurro è una media da super-bomber
Gnonto 5: la nota stonata della serata. In campo per sfruttare la velocità rispetto ai centrali ungheresi non ne imbrocca una a livello tecnico e tattico, scattando quando sarebbe dovuto venire incontro e viceversa. Entra però nell’azione del primo gol
Mancini 6.5: la seconda con il 3-5-2 non è memorabile a livello di gioco, ma del resto si sa che con questo assetto si perde qualcosa in fatto di personalità . La squadra è comunque ripartita e sembra essersi sbloccata psicologicamente: e con i tanti infortunati da recuperare più che pensare alla Nations League non si può che lasciarsi andare ai rimpianti.
Marco Rossi 7: i tifosi applaudono giustamente l’Ungheria al termine della partita. A parte il suicidio dell’errore difensivo sul primo gol i magiari non sbagliano nulla e neppure il loro ct: coraggio, cuore e occasioni in serie, Donnarumma para tutto. Contro il gap tecnico non si può combattere…