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Novella Calligaris Messina: attraversa lo Stretto per celebrare Oro e record del 1973

50 anni racchiusi in 3,5 km: la traversata è in programma sabato 9 settembre, da Torre Faro a Cannitello. Sarà sarà seguita dall’olimpionico Daniele Masala e dall'allenatore di Greg Paltrinieri

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Auden Bavaro

Auden Bavaro

Giornalista

Lo sporco lavoro del coordinamento: qualcuno lo deve pur fare. Eppure, quando ha modo di pigiare le dita sulla tastiera, restituisce storie e racconti di sport che valgono il biglietto

68 anni oggi, diciottenne 50 anni fa: Novella Calligaris prende le misure al tempo – e ai ricordi – e decide di celebrare le nozze d’Oro con il record del mondo del 1973. Prima italiana di sempre a conquistare la medaglia più di pregio: Belgrado, 800 stile libero.

Ieri atleta, oggi nonna: torna in acqua per traversare lo stretto di Messina, tre chilometri e mezzo di nuotata, da Torre Faro a Cannitello. Save the date: è successo sabato 9 settembre, la presidente dell’Associazione nazionale atleti olimpici e Azzurri d’Italia (che celebrano i 75 anni di vita) è stata seguita dall’ olimpionico Daniele Masala e da Fabrizio Antonelli, allenatore di Gregorio Paltrinieri.

L’idea di annullare le distanze

In compagnia della famiglia, ha invitato anche Giovanni Malagò e Luca Pancalli (come noi si è godutoil capolavoro degli Azzurri ai Mondiali paralimpici) che hanno fatto in tempo a darle “della pazza”. Si è allenata nel mare di Ischia alternando un giorno di nuoto e uno di riposo.

Respiravo ogni 3’’, adesso lo faccio ogni 4. Mi piacciono le sfide e l’idea di annullare simbolicamente le distanze.

Non vedeva l’ora. A Emanuela Audisio, Repubblica, ha svelato l’essenza.

Poco meno di 4 km ma per me sono lunghi mezzo secolo. Dentro ci stanno perdite e ricordi: mio padre alla fine della gara mi chiese se fossi stanca; mia madre era a teatro a Siracusa, la chiamai per dirglielo e mi rispose che mi ero persa un bellissimo balletto di Bejart.

Fonte:

Novella Calligaris e le tre medaglie olimpiche conquistate a Monaco nel 1972

L’Italia cantava Pazza Idea, poi si trasferì a Belgrado

Era il 9 settembre, domenica. Tašmajdan Sports Centre. Novella in cuffia bianca non era una sconosciuta: s’era svelata al mondo l’anno prima, alle Olimpiadi di Monaco. Un argento nei 400 stile e due bronzi, uno nei 400 misti e l’altro negli 800 stile.

Quando il fuscello padovano – la più minuta di tutte con i suoi 167 centimetri di altezza – iniziò a portarsi in testa si era lasciata alle spalle 300 metri di gara. Ne mancavano 500 ma non la riprese nessuno.

A un certo punto smisero di avere importanza Rumor e Nixon e, mentre cominciava a fare breccia la Pazza Idea di Patty Pravo, l’Italia si scoprì bella e vincente.

Era il 9 settembre, una domenica

Uno scricciolo non ancora 20enne prese parte alla competizione iridata, Belgrado era ancora la capitale della Jugoslavia: il 4 Novella debuttò nei 200 misti, chiuse quarta. Il 6, dopo una battaglia in notturna col mal di denti che la tenne sveglissima quando occorreva che dormisse e si riposasse, si prese il bronzo nei 400 misti.

Il bis del giorno dopo – ancora terza, stavolta nei 400 stile libero era il suo personale manifesto: stava dicendo di essere in forma. Quanto in forma, però, lo si capì davvero solo un paio di giorni dopo. Era il 9 settembre, domenica.

C’era la Coppa Italia: Verona a Perugia e derby romano

Non c’era campionato: si giocava la Coppa Italia. Ad Ascoli i padroni di casa superarono l’Arezzo con un guizzo di Colautti allo scadere del primo tempo. A Catanzaro era di scena il derby calabrese: i locali si imposero di misura contro la Reggina, acuto di Ferrari a 10’ dal via.

A Perugia, il Verona sbancò, 3-1 esterno: autogol di Busatto, Zigini e Busatta a vanificare il lampo del Grifone con Urban. In tutti e tre i casi, il triplice fischio arrivò prima delle 19, Calligaris non era ancora in vasca.

In serale erano in programma Roma-Lazio, Como-Parma e Cagliari-Brindisi. Nello scialbo 0-0 del derby capitale, il ricordo indelebile non è legato alla sfida ma a Novella: quando il tabellone dell’Olimpico rendicontò l’oro, smisero per un istante i campanilismi. Calligaris è riuscita a unire, in un applauso alzato di un minuto abbondante, i tifosi biancocelesti e giallorossi. Per dire: come si misura, a volte, il senso di un’impresa.

Disse basta nemmeno ventenne

Lo sport è un passaggio della vita, non è la vita:

la buona Novella lo paragona allo yogurt – ha una data di scadenza – e coglie il pretesto per celebrare Federica Pellegrini:

Io ho vinto dentro l’acqua, lei anche fuori. Io non cercavo notorietà, non la volevo. Non mi piacevano i fotgrafi sotto casa, volevo solo nuotare.

Quando torna indietro nel tempo intuisci che non ha dimenticato proprio niente:

Ero un motorino in acqua, piccola e leggera. Il mio allenatore, Bubi Dennerlein, personalizzava i lavori e mi faceva allenare con i ragazzi. Ai campionati italiani mi iscrisse a sette gare perché dovevo imparare a perdere. Le vinsi tutte. Io ero ribelle, erano gli anni della contestazione, le esigenze della mia generazione erano anche le mie.

Disse addio alle competizioni a nemmeno vent’anni: il mondo fuori aveva una miriade di altre cose da dirle.

Antidiva, Novella

E si è tuffata, alla scoperta del futuro con la stessa forza trainante con cui si gettava in acqua. Per molti anni la sua professione è diventata il giornalismo, ha tentato anche la carriera politica.

Fonte:

Novella Calligaris e gli anni di Azzurro Olimpico, in onda su TMC negli anni ’90

Antidiva, Novella. Un passo sempre avanti per l’indole d’essere curiosa di tutto, un passo sempre indietro quando c’era spazio per infilarsi tra le pagine di giornali e rotocalchi. Atleta d’altri tempi e di altri modi: ci ha regalato centinaia di volti sorridenti, solari e splendenti senza mai rivendicare lo status di un mito senza tempo.

Non rinuncia alla celebrazione di un primato che è impresso nella bacheca dello sport nazionale ma, sicuro come quell’oro, ha provato a farlo nel rispetto della storia di un Paese intero e pure cercando anche di dimenticarsi di chi guarda.

Solo Novella e lo Stretto. Una traversata di 3,5 km che per lei sono lunghi mezzo secolo. Lì dentro c’è tutto.

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