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Olimpiadi invernali, impresa Goggia: come è riuscita a riprendersi

La campionessa bergamasca, Sofia Goggia, ha conquistato un argento a Pechino impensabile a un mese dall'infortunio. Invece è riuscita a far vincere la testa e la scienza

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Per come e per quanto ha sciato Sofia Goggia, in discesa libera nella notte pechinese, si devono ringraziare la sua determinazione e l’abnorme supporto ad essa della medicina rigenerativa che ha concorso alla medaglia d’argento olimpica.

Olimpiadi invernali: Sofia Goggia, argento autentica impresa

In meno di un mese, da quel rovinoso incidente avvenuto a Cortina quando sembrava ormai ovvio la partenza e la partecipazione di Sofia, tutto è cambiato: dagli esami strumentali la sua partecipazione ai Giochi sembrava ormai un progetto da accantonare, un sogno sfumato al pari di una preparazione durata l’arco di quattro anni complicati dalla pandemia. Invece Sofia Goggia ha centrato una discesa perfetta, un argento che poteva essere anche di più se non fosse stata per la giornata perfetta della rivale sulla carta che le ha strappato il posto più alto sul podio.

Goggia: la medicina riabilitativa l’ha portata alle Olimpiadi invernali

Dicevamo che la scienza ha concorso a che tutto ciò si realizzasse e che quel lavoro certosino, minuzioso, corale promosso dall’equipe che segue la Goggia non si perdesse: artefice di questa incredibile impresa è stato il Prof. Claudio Zorzi, chirurgo ortopedico dell’Irccs di Negrar (Verona).

Come ha raccontato in un percorso emozionante all’agenzia ANSA, per la campionessa bergamasca è stata adottata una terapia all’avanguardia: dopo appena due settimane dal trattamento con gel piastrinico al ginocchio sinistro lesionato, eseguito da Claudio Zorzi, chirurgo ortopedico, direttore del Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dell’Irccs Negrar, Sofia è tornata la Goggia. Forse un po’ incerta, un po’ cauta per via di quel ginocchio, ma le gambe erano di nuovo pronte per una discesa olimpica. O almeno per tentare di portare avanti quell’impresa.

“Siamo orgogliosi di aver contribuito, insieme al suo coraggio e volontà di ferro, e ai suoi preparatori atletici, all’incredibile recupero e straordinario risultato di Sofia”, ha voluto ribadire Zorzi, a cui la campionessa bergamasca si è rivolta dopo la rovinosa caduta di Cortina, con un unico obiettivo: quello di poter partecipare alle Olimpiadi di Pechino 2022.

Olimpiadi invernali: Goggia e il plasma ricco di piastrine per i legamenti

Zorzi, come ha spiegato all’ANSA, ha trattato Sofia Goggia con infiltrazioni di PRP (Plasma ricco di piastrine):

“È una procedura largamente applicata sulle articolazioni del ginocchio, dell’anca e della spalla soprattutto in presenza di artrosi che all’IrccS di Negrar con oltre 6mila trattamenti l’anno registra una delle casistiche più ampie a livello internazionale – ha spiegato il chirurgo -. L’impiego sui legamenti crociati è invece più recente ed esistono ancora pochi i casi trattati”.

Che cos’è il PRP, il gel che ha rimesso sugli sci Sofia Goggia

Il PRP è un gel che si ottiene da un normale prelievo di sangue venoso del paziente, che viene successivamente centrifugato con il risultato di un composto concentrato di plasma e piastrine. Il gel viene iniettato all’interno dell’articolazione con una semplice infiltrazione.

“I fattori di crescita presenti nel preparato ematico stimolano il processo riparativo del tessuto, trasformandosi in una potente medicina biologica ad alto effetto anti-infiammatorio. Il primo beneficio per il paziente è la scomparsa del dolore, come la stessa Goggia ha riferito. Si tratta di una metodica di medicina rigenerativa, semplice, mininvasiva e ben tollerata, che richiede un intervento di una decina minuti. Il paziente viene dimesso dopo qualche ora di osservazione”, ha spiegato Zorzi.

Una scelta che sta dando degli ottimi riscontri anche sui legamenti crociati, dunque. Poco invasiva, molto ben tollerata dal paziente e stando alla Goggia con ottimi risultati in termini di riabilitazione sugli atleti come la campionessa bergamasca che ha centrato il suo traguardo: partecipare ai Giochi. La medaglia, poi, è stato un successo condiviso. Tra testa e scienza.

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