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Olimpiadi, la scomunica dei Vescovi dopo la cerimonia e l'Ultima cena gender ma gli organizzatori fanno chiarezza

Le scuse della conferenza episcopale francese e le spiegazioni del comitato olimpico non spengono le polemiche sulla cerimonia che scatena la reazione veemente dei vescovi di tutto il mondo

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Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

Sport Specialist

Giornalista pubblicista, redattore, divulgatore. E' una delle anime video del sito: racconta in immagini un evento e lo fa come pochi altri

Non si placano le polemiche attorno alla questione “Ultima cena gender” andata in scena durante la cerimonia inaugurale dei Giochi olimpici di Parigi 2024. La Conferenza Episcopale francese affida a una lunga lettera le proprie scuse ai cristiani in tutto il mondo. Pesanti le parole del Vescovo di Sanremo, monsignor Suetta. E da San Francisco si parla addirittura di “bestemmia”.

L’Ultima cena gender continua a far discutere

Nonostante i tentativi di spiegare come quella rappresentata in modo provocatorio con figure queer e trans durante la cerimonia di apertura non fosse l’Ultima cena di Leonardo da Vinci, la polemica attorno all’argomento che ha inevitabilmente monopolizzato l’attenzione dell’opinione pubblica, continua a far discutere e ha provocato la reazione dei Vescovi di tutto il mondo.

Le scuse della conferenza episcopale francese

Sull’argomento è intervenuta anche la Conferenza Episcopale francese, che ha commentato senza nascondere la propria delusione l’episodio: “La cerimonia di apertura proposta dal Comitato organizzativo dei Giochi Olimpici purtroppo prevedeva scene di derisione e di scherno del cristianesimo, che deploriamo profondamente“, si legge nella nota.

La comunicazione prosegue con le scuse ai cristiani di tutto il mondo, ribadendo però i valori dell’evento e rimarcandone gli aspetti positivi: “Pensiamo a tutti i cristiani di tutti i Continenti che sono rimasti feriti dall’eccesso e dalla provocazione di certe scene. Vogliamo che capiscano che la celebrazione olimpica va ben oltre i pregiudizi ideologici di alcuni artisti. La cerimonia ha offerto momenti meravigliosi di bellezza, di gioia, ricchi di emozioni e universalmente lodati”.

Ringraziamo gli esponenti delle altre fedi religiose che ci hanno espresso la loro solidarietà”, ha aggiunto l’Episcopato francese, che ha concluso: “Crediamo che i valori e i principi espressi e diffusi dallo sport e dalle Olimpiadi contribuiscano a questo bisogno di unità e di fraternità di cui il nostro mondo ha tanto bisogno, nel rispetto delle convinzioni di tutti, attorno allo sport che ci unisce e per poter promuovere la pace delle nazioni e dei cuori. Lo sport è una meravigliosa attività umana e i giochi Olimpici sono un movimento al servizio di questa realtà di unità e fraternità umana”.

La dura ammonizione del vescovo di Sanremo

Pesante, invece, la critica di monsignor Antonio Suetta, vescovo di Sanremo, che è definito la cerimonia di apertura dei Giochi “una vigliaccata contro i cristiani“. All’Adnkronos, Monsignor Suetta ha spiegato: “La prima cosa che mi viene da dire è che è un tremendo segno di sudditanza a una minoranza che impone un pensiero dominante. Questo è terribile: come nelle più alte istituzioni non ci sia più il coraggio di dire una parola intelligente sul tema che le drag queen in generale esprimono, sulla teoria gender che sta imperversando“.

Il vescovo ha aggiunto: “Questa cerimonia è un segno di involuzione e di una decadenza esagerata. Poi c’è un altro aspetto: mi sembra una vigliaccata perché oggi […] è facile prendersela con chi non reagisce con la stessa moneta”. Sull’Ultima cena, monsignor Suetta ha ammonito: “È un insulto all’intelligenza. E che ora non esista spettacolo o manifestazione pubblica, anche ufficiale, che non si senta in dovere di ospitare in nome di una malintesa inclusività queste aberrazioni è davvero un segno di scarsa intelligenza“, ha concluso il monsignore.

Il quesito di Avvenire

Sull’argomento interviene anche Avvenire. Il quotidiano di ispirazione cattolica affida a Twitter i propri dubbi e domanda: “Infastidisce la parodia drag queen dell'”Ultima cena” di Leonardo. Ma che senso ha trasformare ogni evento planetario (perfino sportivo) in un gay pride?“.

“Una bestemmia”, la sentenza dell’arcivescovo di San Francisco

Ci va giù molto più pesante, infine, su Twitter anche l’arcivescovo di San Francisco, monsignor Salvatore J. Cordileone, che commenta senza mezze misure: “Il fondamentalismo laico si è ormai infiltrato nelle Olimpiadi, fino al punto di bestemmiare la religione di oltre un miliardo di persone. Farebbero lo stesso con qualsiasi altra religione? Chiedo a tutto il nostro popolo di pregare per il ripristino della buona volontà e del rispetto“.

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