I tornei olimpici di pugilato ai Giochi di Tokyo si svolgeranno tra il 25 luglio e il 9 agosto 2020 al Ryōgoku Kokugikan. Il programma prevede 13 eventi di cui cinque di boxe femminile a differenza di quanto accaduto nel 2016 a Rio de Janeiro. Le categorie maschili sono state ulteriormente ridotte da 10 a 8 con la scomparsa dei Pesi mosca leggeri, Pesi gallo e Pesi superleggeri e la reintroduzione dei Pesi piuma che non erano presenti nel 2016 a Rio de Janeiro. Inoltre le categorie femminili sono state aumentate da tre a cinque.
Gli uomini si sfideranno nelle seguenti otto categorie di peso: mosca (52 kg), piuma (57 kg), leggeri (63 kg), welter (69 kg), medi (75 kg), mediomassimi (81 kg), massimi (91 kg), supermassimi (+91 kg).
Le donne invece si batteranno nelle seguenti categorie di peso: mosca (51 kg), piuma (57 kg), leggeri (60 kg), welter (69 kg), medi (75 kg).
Azzurri in gara nel pugilato
Nessun uomo, ma solo donne. Giordana Sorrentino; Angela Carini; Irma Testa e Rebecca Nicoli.
Le regole del pugilato olimpico
Un incontro di boxe olimpico dura 3 round, ciascuno di 3 minuti.
Dal 1992 è stato introdotto un nuovo sistema per il conteggio e l’assegnazione dei punti: i cinque giudici a bordo ring devono schiacciare un pulsante quando viene messo a segno un colpo (diretto, gancio o uppercut), se questo viene segnalato da almeno tre giudici allora il punto viene assegnato. Alla fine del terzo round chi ottiene più punti si aggiudica il match.
L’arbitro può mettere fine al match se la differenza tra i combattenti è tale che la partita non deve continuare o se un medico indica che la partita deve essere interrotta. Una partita può anche finire se un concorrente riceve tre ammonizioni ed è squalificato o se un concorrente non è in grado di riprendere un combattimento entro dieci secondi, nel qual caso viene considerato eliminato (“KO”).
Sebbene lo scopo e le regole della boxe siano semplici, gli stili di combattimento dei suoi concorrenti sono ampi e distintivi. Questo è ciò che rende la boxe uno sport unico.
Italiani nella storia del pugilato olimpico
L’Italia ha una storia gloriosa quando si parla di boxe. Si trova infatti quarto posto del medagliere con 15 ori, 16 argenti e 17 bronzi.
La prima medaglia italiana risale al bronzo di Edoardo Garzena nel 1920, otto anni dopo arrivano i primi ori con Tamagnini, Orlandi e Toscani. Nel 1960 al PalaEur di Roma Nino Benvenuti vinse tutti e quattro i suoi incontri gareggiando nei welter, categoria inferiore rispetto al suo peso abituale, per cui dovette perdere 4 chili durante la fase di preparazione olimpica.
Venti anni più tardi, a Mosca, Patrizio Oliva vinse l’oro nella categoria superleggeri, mentre nel 1988 a Seul fu Giovanni Parisi a salire sul gradino più alto del podio nella categoria pesi piuma.
Cammarelle a Pechino nel 2008 ha regalato all’Italia il primo oro nella categoria dei supermassimi, dopo che Francesco Damiani nel 1984 l’aveva solo potuta accarezzare perdendo l’ultimo contestatissimo match contro il padrone di casa, lo statunitense Tyrell Biggs.
Cammarelle si è anche aggiudicato l’argento a Londra. Altra stella di questo sport è senza dubbio Clemente Russo, due volte vincitore della
medaglia argento nei pesi massimi.
