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Paolo Zanetti, l’ex centrocampista col pallino da mister

La scalata dalla Lega Pro alla Serie A

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Paolo Zanetti, l’ex centrocampista col pallino da mister

Classe 1982 Paolo Zanetti si assume l’onere e l’onore di essere l’allenatore più giovane della Serie A. La sua età e recente esperienza in massima divisione gli valgono lo stipendio più basso tra i tecnici del nostro campionato. Questo, però, non infastidisce in alcun modo il nativo di Valdagno he sembra mettere la passione per la panchina davanti ad ogni cosa, compresi i soldi.

Gli inizi a Vicenza

L’allenatore vicentino fa il suo esordio nel mondo del calcio nell’US Ponte dei Nori, squadra del suo paese. Muovendosi con destrezza a centrocampo si distingue per la sua potenza fisica e per la buona visione di gioco, qualità che gli consentono di entrare nelle giovanili del Vicenza. Sotto la guida di Edy Reja, a soli 19 anni, esordisce come promessa delle giovanili in occasione della partita Vicenza-Brescia. Nonostante la stagione 2000/01 si concluda con una retrocessione in B per i biancorossi, Zanetti riesce a mettersi in mostra e le sue prestazioni gli valgono un contratto da professionista che firma alla fine del 2001. Il passaggio tra i ‘’grandi’’ gli mette addosso una certa pressione: sa che nulla gli è regalato e che, ancora più di prima, deve dimostrare di meritarsi il posto in squadra. Tuttavia, non si lascia frenare dalla paura: col tempo e con la fatica sviluppa una certa maturità calcistica ritagliandosi un posto fisso nella sua seconda stagione in Serie A.

Tra alti e bassi: dalla serie A alla B

Dopo tre anni in biancorosso, nel 2003 arriva la chiamata dalla massima serie passa in comproprietà all’Empoli. Debutta con la nuova maglia ottobre dello stesso anno nella gara contro il Chievo e comincia per lui un periodo costellato da tanti bassi e pochi alti. Sia sotto la guida del suo grande mentore Mario Somma, sia sotto quella del sostituto Gigi Cagni non riesce a trovare lo spazio giusto in squadra e a mettere in mostra le sue abilità. Dopo tre anni con la maglia degli Azzurri e con due stagioni trascorse in Serie A (2003/2004 e 2005/06) e una in B (2004/05), Zanetti lascia la terra toscana per quella marchigiana. A luglio 2006, sempre tramite la formula della comproprietà, passa all’Ascoli. Fa il suo esordio con i Bianconeri ad agosto 2006, nel match Ascoli-Cervia, valido per il primo turno di Coppa Italia. Nonostante l’annata con i Piceni si concluda con l’ennesima retrocessione, Zanetti riesce a trovare i giusti inserimenti in squadra a portare a casa più di una buona prestazione attirando l’attenzione del Torino. A giugno 2007 accetta la chiamata dei Granata e, quasi come se fosse colpito da una maledizione, si ritrova per la quarta volta in carriera in Serie B. Questa volta, però, l’esperienza in seconda divisione dura poco: a gennaio 2010 si presenta l’opportunità di tornare in Serie A, questa volta con la maglia dell’Atalanta. Tuttavia, gli Orobici decidono di non riscattarlo, costringendolo a tornare al Torino in Serie B. Al termine della stagione 2010/11 Zanetti rescinde il contratto che lo legava alla società granata e passa al Grosseto. L’avventura in Toscana lo vede protagonista di prestazioni al di sotto della media e di un episodio che, per la prima volta in tutta la sua carriera, lo porta a perdere il controllo. In occasione della partita Grosseto-Juve Stabia, al momento della sua sostituzione, risponde stizzito ai tifosi che lo stavano contestando e, dopo essersi scusato tramite una lettera, saluta per sempre il campo dei Grifoni.

La discesa in Lega Pro: gli ultimi anni con indosso gli scarpini

A gennaio 2012, dopo la spiacevole avventura a Grosseto, decide di ripartire dalla Serie C e firma con il Sorrento. Insieme ai Costieri conclude la stagione con l’eliminazione ai play-off contro il Carpi, trasferendosi a gennaio 2013 a titolo definitivo alla Reggiana. Nel corso della stagione a Reggio-Emilia si rende conto che le sue prestazioni non sono più ai livelli di un tempo e, dopo uno strappo all’adduttore della gamba sinistra che lo tiene lontano dal campo per un mese intero, capisce che è arrivato il momento di appendere gli scarpini al chiodo. A novembre del 2014, a neanche 32 anni, annuncia il suo addio al calcio giocato. Come Alice nel seguito del fortunato romanzo di Carroll, “attraversa lo specchio” per calarsi in una dimensione al tempo stesso nuove e familiare: quella dell’allenatore.

Tra Reggiana e Sudtirol

Per la prima esperienza da tecnico, sceglie proprio quella Reggiana con cui ha giocato i suoi ultimi match da calciatore, entrando nello staff granata come collaboratore tecnico. Sin da subito dimostra una certa propensione allo studio e all’impostazione del gioco e, ad agosto 2016, compie il passo successivo diventando l’allenatore della squadra. Quasi un anno dopo, a luglio 2017, rescinde il suo contratto con la società emiliana per diventa il nuovo tecnico del Sudtirol. Nel suo primo anno alla guida dei biancorossi riesce a far posizionare la squadra al secondo posto del girone B di Serie C per poi perdere le semifinali dei play-off con il Cosenza. L’ultima sconfitta, però, gli consente lo stesso di ricevere il prestigioso riconoscimento della ‘’Panchina d’Oro’’ come migliore allenatore di Serie C. Un premio che rappresenta una bella soddisfazione personale per il tecnico vicentino, pronto a proseguire la sua avventura a Bolzano. Nella sua seconda stagione in biancorosso riesce a raggiungere il sesto posto della classifica per poi essere eliminato al secondo turno dei play-off contro il Monza.

La scalata: dalla Serie B alla Serie A

Grazie ai buoni risultati ottenuti in Serie C, Zanetti riesce ad attirare l’attenzione della Serie B, a giugno 2019, arriva per lui la panchina dell’Ascoli. Con i bianconeri firma un contratto biennale ma, a gennaio 2020, con la squadra al tredicesimo posto e a tre punti dalla zona dei play-off, viene sollevato dall’incarico. Come si sa, però, non tutti i mali vengono per nuocere: ad agosto 2020, arriva una chiamata che darà la svolta alla sua carriera da tecnico, quella del Venezia. Il 14 del mese si accorda con i Lagunari e con un contratto biennale. L’ottimo lavoro alla guida degli Arancioneroverdi si traduce in un quinto posto finale, valido per i playoff.
Dopo aver eliminato il Chievo nel turno preliminare e il Lecce in semifinale, batte in finale il Cittadella e centra la promozione in Serie A.

 

Modelli di riferimento e tattica

Il tecnico vicentino sembra prediligere il 4-3-3, con soluzioni tattiche alternative in base alla disposizione in campo dell’avversario. Il suo gioco si costruisce dal basso, con i terzini che salgono con passaggi rapidi e verticali, pronti a servire i centrocampisti. Un punto di forza di questo sistema è sicuramente la fase difensiva dove nulla è lasciato al caso: gli avversari, infatti, trovano sempre la contrapposizione e il pressing di tre uomini che non permettono loro di aprirsi nel modo corretto. Un punto di debolezza invece, risiede nell’attenzione richiesta nei passaggi: deve essere tutto coordinato alla perfezione e se si perde lucidità si rischia di favorire gli avversari. Alla base della tattica e del modo di allenare del tecnico di Valdagno ci sono tante influenze e punti di riferimento che lui stesso ha più volte citato. Tra questi ovviamente non mancano i ‘’big’’ Mourinho, Allegri e Conte, ma quelli che hanno realmente forgiato la sua abilità da allenatore sono quei tecnici che lo hanno visto crescere come calciatore. Come maestro sulla fase difensiva cita Novellino, mentre prende come riferimento Mandorlini per quella offensiva. Dal punto di vista umano, invece, cita Attilio Tesser, che lui definisce come ‘’la miglior persona che ho incontrato nel mondo del calcio’’ e che sicuramente ha contribuito alla creazione del giusto approccio che oggi Zanetti ha con i suoi giocatori.

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