Matthias Mayer domina il SuperG a Pechino 2022. L’austriaco mette tutti dietro di sé e si porta a casa la medaglia d’oro, la terza alle Olimpiadi. Malissimo gli azzurri.
Pechino 2022, Mayer nella leggenda
Grande prova di forza di Matthias Mayer che, nel SuperG, si porta a casa la medaglia d’oro, sfruttando anche la fortuna (escono sia Marco Odermatt che Beat Feuz, rispettivamente il leader della Coppa del Mondo e campione olimpico di discesa). L’austriaco ha chiuso la primo posto davanti all’americano Ryan Cochran-Siegle (figlio d’arte, la madre è stata medaglia olimpica nel lontano 1972), staccato di soli quattro centesimi, e il norvegese Aleksander Aamodt Kilde (42 centesimi di ritardo). L’austriaco ha così vinto la sua terza medaglia d’oro, raggiungendo un mito come Alberto Tomba. Per Matthias Mayer si tratta della terza medaglia d’oro consecutiva alle Olimpiadi Invernali dopo l’oro nella discesa libera a Sochi 2014 e l’oro nel SuperG di PyeongChang nel 2018.
SuperG, grande delusione per gli azzurri
Non brillano gli azzurri. Dominik Paris, chiamato ad una pronto riscatto, chiude al 21° posto, confermando di non essere in grande spolvero: “Speravo ci fosse un momento in cui potesse andare meglio, ma il momento non è arrivato. C’erano tante curve, non tanto spazio, non ottimale per me. Quando devi spingere e dai tutto e sbagli, non va bene. Devo tornare ad allenarmi per alzare il mio livello in SuperG”, le sue parole post gara a Rai Sport. Molta delusione anche nelle parole di Christof Innerhofer, uscito di pista: “Peccato aver sbagliato nella settimana più importante degli ultimi 4 anni. Non avevo buon sensazioni oggi, non avevo il feeling giusto per sciare meglio di come ho fatto”. Il migliore degli azzurri è stato Matteo Marsaglia che chiude 18°. Di fatto, un flop azzurro che contrasta con le gioie in campo femminile.
Mayer, un gigante tra i giganti
La vittoria dell’austriaco è stata leggendaria. Bravo a restare in pista, ha sfruttato al meglio la seconda parte di circuito, dimostrando di avere un passo migliore rispetto a tutti e di essere più “freddo” quando la pressione sale in maniera esponenziale, come, appunto, alle Olimpiadi. Grazie a questo successo è il primo sciatore ad aver vinto almeno una medaglia d’oro in tre rassegne olimpiche consecutive.