Non è solo il caso della positività a una sostanza proibita che vede coinvolta la pattinatrice russa Kamila Valieva a concentrare l’attenzione. A catturare l’opinione pubblica è, sebbene per ragioni assai diverse, la grande confusione generata nella finale di salto con gli sci a squadre miste: cinque concorrenti sono state squalificate dall’evento dai funzionari dell’International Ski Federation per tute non conformi al regolamento.
Pechino 2022: la vicenda della squalifica per le tute
Una decisione che ha destato notevoli interrogativi di opportunità, come perplessità nelle rispettive delegazioni per una valutazione che ha escluso la giapponese Sara Takanashi, l’austriaca Daniela Iraschko-Stolz; la tedesca Katharina Althaus e le norvegesi Anna Odine Stroem e Silje Opseth.
A scatenare questa sollevazione da parte delle atlete destinatarie del provvedimento sarebbe stata l’accusa di aver indossato tute troppo grandi che avrebbero portato un vantaggio aerodinamico, durante la prova. Lacrime e una certo fastidio hanno seguito il provvedimento, ma non c’è stato un atto formale.
Pechino 2022: le tute non erano state testate
Il salto con gli sci è regolamentato da norme rigorose che tengono conto di una serie di variabili, dal peso e la taglia di un atleta fino al taglio delle tute.
La FIS ha affermato che le tute non conformi al regolamento sono state prodotte esclusivamente per le Olimpiadi e che non tutti hanno avuto la possibilità di testarle prima di arrivare a Pechino: l’organo che governa gli sport invernali ha voluto precisare che nessuna squadra ha presentato una protesta ufficiale legata a questa decisione.
Salto con gli sci, la protesta delle atlete penalizzate
Come scritto sopra, inevitabile il fastidio oltre che il danno; la tedesca Katharina Althaus ha espresso tutta la sua rabbia per l’accaduto: “Non vedevamo l’ora di questa seconda gara. La FIS lo ha distrutto questa competizione: ha distrutto il salto con gli sci delle donne. I nostri nomi ora sono là fuori insieme a tutto questo schifo. È così che si distruggono le nazioni, lo sviluppo e l’intero sport”. La norvegese Silje Opseth ha rincarato la dose: “Sono solo scioccata. Non riesco a capire quello che è successo”.
A vincere è stata infine la Slovenia, spinta da Nika Kriznar e Ursa Bogataj, entrambe già medagliate in precedenti gare individuali. La medaglia d’argento è andata al Comitato olimpico russo (ROC) e quella di bronzo al Canada.
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