Giornata difficile per Carlo Pellegatti. Il giornalista di fede rossonera ammette di aver ricevuto due colpi inattesi, che ha ‘sentito’ profondamente, quasi come un pugile sul ring durante un combattimento. Chi glieli ha inferti? Un ex presidente del Milan e un ex dirigente molto discusso del calcio italiano.
Sbigottimento
Pellegatti apre il suo consueto appuntamento in video su Youtube con un ricordo di quanto accaduto il 4 aprile di cinque anni fa (Palermo-Milan 1-2, con rete decisiva siglata nel finale da Menez), quindi passa a raccontare quanto accaduto: “Sono sbigottito. Un pugno a destra e un pugno a sinistra. Non ne ho capito davvero il senso. Il primo colpo lo ha dato Yonghong Li. Un Tweet in cui critica Gordon Singer. Lo accusa di non essere appassionato. Esprimere un’opinione ci sta, la rispettiamo e la ascoltiamo. Ma Yonghong Li proprio no”.
Passione
Ma cosa ha scritto l’imprenditore cinese? Pellegatti riporta il senso delle sue dichiarazioni: “Perché ha aspettato tutto questo tempo per occuparsi della squadra? La squadra andrebbe trattata con passione, non come un investimento senza emozione. Guardate all’esperienza di Singer, il club merita di meglio”.
E se ci fosse stato lui?
“Chissà cosa sarebbe successo se, in questa situazione, il club fosse stato in mano all’appassionatissimo Yonghong Li“, si chiede ironicamente Pellegatti. “Uno che non ha saldato neppure gli ultimi impegni, 30 milioni di euro circa. Li rimane nella storia dei presidenti del Milan, il suo nome è accanto a quello dei grandi. E viene a parlare di altri?”.
Moggiopoli
Ma non è finita. Ecco chi ha inferto il secondo colpo a Pellegatti e ai tifosi del Milan: “Poi è toccato a Moggi“, prosegue il giornalista. “Secondo lui nel 2005 il Milan meritava di essere retrocesso. Nonostante tutti i torti subiti. Perché? Per una telefonata di Meani prima della partita con la Fiorentina che invitava a non ammonire Kakà e Nesta in vista di Milan-Juventus“.
Proprio lui parla?
Pellegatti è indignato e sottolinea: “Eppure l’arbitro di quella partita era De Santis e tra i quattro ammoniti ci fu proprio Kakà. Moggi torna dopo tanti anni a rivangare questo episodio. Proprio lui dice che il Milan avrebbe dovuto essere retrocesso. Moggi. Non ho parole. Non ce ne sono”.
Le reazioni
Anche i tifosi rossoneri sono indignati. “Maltrattare il Milan, in campo e fuori, è ormai diventato lo sport nazionale”, scrive Andrea. “Soltanto in Italia Moggi può avere ancora voce in capitolo dopo tutto quello che è successo. E la famiglia Pairetto tutt’ora esistere tra i vertici del calcio italiano”, rimarca un sostenitore inviperito. Paolo è un fiume in piena: “De Santis era uno dei numerosissimi arbitri a libro paga di Moggi e della Juventus e ce li ricordiamo bene quegli arbitraggi. Il Milan ha il dovere di mettersi in bacheca quattro scudetti in più (1973-2005-2006-2012). Tutti campionati rubati dalla Juve al Milan“. Mentre un altro tifoso ne ha anche per Li: “Non dovrebbe parlare, nonostante abbia un po’ ragione, perché ci stava per far fallire e perché ha dato il Milan a quei 2 incompetenti di Fassone e Mirabelli. Rendetevi conto che ha investito 240 milioni di euro per farci finire sesti!”.