Per il presidente dell’Aia Nicchi bisognerebbe creare un ” reddito di cittadinanza” per i direttori di gara, molti dei quali, pur essendo dilettanti, sono costretti a lasciare il lavoro. «Così quando finisce l’attività si ritrovano senza nulla, ad una età avanzata. Non escludiamo di creare un fondo di solidarietà della durata di uno-due anni, per dare agli arbitri la possibilità in questo lasso di tempo di ricrearsi una vita, un lavoro». Per molti tifosi ed addetti ai lavori già guadagnano molto attualmente, ma per Marco Bellinazzo gli arbitri sono sotto-pagati. Attualmente ai fischietti spetta un compenso fisso (giuridicamente qualificato come “diritto di immagine”) e una diaria legata all’impegno settimanale. In sintesi, un arbitro di prima fascia, un “internazionale” (sono una decina), può percepire compensi ordinari per circa 200mila euro lordi. Un arbitro al primo anno può contare invece su introiti per 120mila euro (circa 70mila netti). Per quanto riguarda il torneo di Serie A, la parte fissa infatti va dai 30mila euro riconosciuti ai cosiddetti “neo –immessi” ai 90mila euro assegnati ai più esperti ovvero gli Internazionali. Ci sono poi varie fasce intermedie che dipendono dal numero di gare dirette e dall’anzianità di servizio.
LA PROVOCAZIONE – Cifre che non convincono del tutto Marco Bellinazzo. Il giornalista de Il Sole 24 ore twitta: “Ecco la “busta paga” degli arbitri. Secondo voi guadagnano tanto o poco rispetto alle responsabilità? (A mio avviso dovrebbero guadagnare di più ma in un sistema di governance più trasparente che premi i migliori ed espella i peggiori; merito e anti-pauperismo fanno crescere)”. Scattano le reazioni rabbiose: “Si vede che per il datore di lavoro, Agnelli va bene così” o anche: “Alla Juve sono proprio dei pellegrini. Potrebbero dargli l’aumento a sti poveri cristi…”, oppure: “Sono tutti corrotti e la prova è che non possono rilasciare dichiarazioni. Questa poca trasparenza può avere solo una ragione di esistere. Andrebbero quindi aggiunti i guadagni provenienti da chi compra le partite per poter giudicare”.
L’ALTRA VOCE – Non pochi però si mettono dalla parte dei fischietti. C’è chi sottolinea: “Gli arbitri dovrebbero essere professionali e guadagnare molto di più perchè spesso sacrificano lavoro e carriera per fare questo” o anche: “Poco considerati sacrifici e durata della carriera”. Non sono professionisti, evidenzia qualcuno: “Dei dilettanti in un sistema iper-professionistico. Quano prendi Euro 7.500 a partita non è bello prendersi dei vaffa… dai 22 in campo che guadagnano milioni”.