Sandro Piccinini, la voce dell’ultimo atto di Russia 2018, Francia-Croazia, dopo una lunghissima militanza è arrivato al passo di addio con Mediaset. “Per vari motivi che non sto qui a dilungarmi a spiegare, sia privati sia professionali, non ci sono più le condizioni per continuare. In attesa in futuro di trovare una proposta che mi stimoli, l’anno prossimo starò fermo. In agenda avrò solo viaggi e trasferte di piacere” racconta al ‘Corriere della Sera’.
“Come principio generale il telecronista non deve essere protagonista, non deve sovrapporsi all’evento, i fenomeni sono i giocatori in campo: non devi essere tu a fare il fenomeno. Il telecronista è al servizio dell’evento, deve dare la giusta enfasi, senza esagerare, non deve criticare eccessivamente un arbitro o un giocatore. Certo, la concorrenza è aumentata, una volta i telecronisti si contavano sulle dita di una mano e quindi alcuni tendono a strafare per distinguersi. Confesso che mi capita di togliere l’audio quando ci sono quelli che esagerano” aggiunge.
“C’è chi si mangia un capretto e riesce ad andare in postazione senza problemi; io invece ho i miei riti: solo riso in bianco e riposino prima della partita. La telecronaca è anche un fatto fisico, se arrivi già stanco perdi lucidità. E poi sì, sono un perfezionista, la prima ricerca sui nomi dei calciatori dell’Arabia Saudita ho iniziato a farla a febbraio. Se mi capita di confondere un giocatore su una rimessa laterale, mi imbestialisco e poi ci penso la notte. Mi danno fastidio anche le piccole imprecisioni, quelle di cui uno magari non si accorge. Il fatto è che per carattere gli errori mi rimangono in testa. Il mio errore più grande? Juventus-Borussia Dortmund, sembrava che Vieri avesse segnato, ma il tiro era sull’esterno della rete” la chiusura di Sandro Piccinini.
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