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Pirlo battezza il suo erede e si ricandida per la panchina della Juve

Attualmente in Turchia con il Karagmuruk, ma con tanta voglia di rimettersi in gioco nel nostro campionato. L'allenatore ha anche individuato il suo successore

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Andrea Pirlo sogna l’Italia, battezza il suo erede e si ricandida – a sorpresa – per la panchina della Juventus, con cui aveva portato a casa Coppa Italia e Supercoppa italiana prima di essere sostituito da Massimiliano Allegri. “La Serie A è casa mia” annuncia alla Gazzetta dello Sport l’ex centrocampista del Milan e proprio dei bianconeri.

Pirlo: “Soddisfatto del lavoro in Turchia”

Il Karagmuruk è imbattuto da dieci partite, è nona in classifica e ha il terzo miglior attacco del campionato turco. Pirlo è soddisfatto del lavoro che sta facendo, ma un occhio al nostro campionato c’è sempre. Ed è interessato: “La Serie A è casa mia, ma le esperienze tra Usa e Turchia mi confermano che è importante guardarsi intorno, conoscere nuove culture. E s’impara da chiunque. La squadra è nona, con una gara in meno. Abbiamo il terzo attacco del campionato e Borini ha segnato 15 reti. Sono soddisfatto, ho tanti giovani in crescita, i giocatori ora si divertono”.

C’è anche spazio per dare consigli per gli acquisti: “Il difensore Rayyan Baniya è seguito da tanti: il bello è che è nato a Bologna ed è cresciuto nel Verona. E poi occhio a Levent Mercan: era trequartista, ma l’ho trasformato in terzino e sta facendo bene. In generale il torneo turco è di livello, con squadre competitive in Europa”.

Pirlo tra il rinnovo e la voglia di Juventus

I dirigenti della squadra turca sono altrettanto soddisfatti e hanno già offerto a Pirlo di rimanere: “I dirigenti mi hanno già offerto il rinnovo, ma è meglio parlarne a fine stagione. M’importa crescere nel posto giusto, con programmi adeguati. Il resto viene di conseguenza”.

C’è però voglia di Juve, di tornare dove aveva vinto, anche se non lo scudetto: “La rosa resta molto forte, anche se Allegri ha pagato i troppi infortuni. La distanza in classifica dal Napoli non riflette la vera differenza di valori. I rapporti sono buoni. Sento alcuni dei dirigenti rimasti e ho anche visto Andrea Agnelli. Resta la stima reciproca, un altro conto è se sono cambiati i programmi. Tornerei? Certo. Se ti chiama un top club come la Juve…”.

Nella Juve c’è forse l’erede di Pirlo: “Locatelli sta crescendo. Il salto maggiore invece lo ha fatto Fagioli, che ha debuttato con me. Sa fare tutto ed è un punto fermo della Juve e ha le doti per eccellere in regia. Può essere il nuovo Pirlo, ma meglio essere ricordato come Fagioli…”.

Pirlo, il Napoli e Retegui

Il campionato italiano, la Nazionale. Si parte dal Napoli: “Una splendida cavalcata. Il gioco è spettacolare, rendono facili anche le cose difficili. Merito di Spalletti, ovvio. Ma anche della politica del club che ha ringiovanito la rosa. Dovrebbero farlo anche altri dando più spazio ai giovani e agli italiani, visto il boom di stranieri”. Due gol in due partite con l’Italia per l’oriundo Retegui: “È partito bene. Non credo, però, ad una crisi nel ruolo di centravanti. Scamacca, Raspadori e Immobile possono dire la loro. Piuttosto capita che nel tempo ci sia più abbondanza in determinati ruoli che in altri”.

Pirlo: “Mi aggiorno costantemente, Ancelotti il migliore per doti umane”

Non ha cambiato modulo, Pirlo, nel frattempo: “Guardo, m’informo. Tuttavia resto fedele al 4-3-3, cercando sempre l’attacco e le contromisure per chi ti toglie il respiro con l’uno contro uno. Ho lavorato coi migliori, imparando da tutti. Ragiono, però, con la mia testa, facendo una sintesi di tutte le esperienze”.

Ha lavorato con i migliori, ora li elenca: “Ancelotti il migliore per doti umane e tecniche ha raccolto più vittorie di tutti e in ogni campionato, ma come fai ad indicarlo davanti a Lippi, Conte o Allegri? Gli ultimi due sono diversi. Bel gioco o no: comanda chi vince. Pep è unico, ama sempre innovarsi. Tuttavia il calcio è sempre più fisico e bisogna aggiornarsi su tutto. Magari anche da chi è meno noto”.

L’Italia ha rialzato la testa in Europa: “Da anni ormai emigrano le stelle, ma il campionato resta competitivo. Queste qualificazioni dopo tanti anni non sono figlie del caso. In Champions, dai quarti, può accadere di tutto. Il Napoli ha fatto il vuoto finora? La musichetta della coppa con le orecchie può ribaltare tutto”.

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