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Benfica-Inter, la moviola: Il mani di Joao Mario e il rigore di Bastoni

La prova dell'arbitro Oliver in Champions League analizzata ai raggi X da Graziano Cesari

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Nell’immaginario collettivo, almeno in Italia, l’arbitro Oliver designato per la gara di andata dei quarti di Champions League tra Benfica e Inter, è rimasto quello “col bidone dell’immondizia al posto del cuore”, così come lo appellò Gigi Buffon dopo Real-Juve quando assegnò un rigore allo scadere alle merengues che costò l’eliminazione in Champions ai bianconeri ma come se l’è cavata ieri il fischietto inglese nel match vinto per 2-0 dai nerazzurri?

Benfica-Inter, i precedenti di Oliver con le italiane

Quello del Bernabeu è sicuramente il precedente più famoso di Oliver con le italiane, ma il 38enne arbitro (341 gare dirette in Premier League e 27 in Champions) in carriera aveva già diretto Atalanta, Fiorentina e Napoli anche se mai l’Inter.

Benfica-Inter, Oliver ha ammonito solo tre giocatori

Coadiuvato dagli assistenti Stuart Burt e Simon Bennet, quarto uomo John Brooks, VAR Pol van Boekel e Stuart Attwell l’arbitro Oliver ieri sera ha ammonito solo tre giocatori, di cui due della squadra di Inzaghi.

Benfica-Inter, i casi da moviola

Questi i casi discussi. All 11′ Ramos si lamenta per una leggera trattenuta nell’area di rigore dell’Inter negli sviluppi di un calcio d’angolo a favore del Benfica: per Oliver è tutto regolare, per il VAR (che non interviene) idem. Al 29′ il Benfica chiede un calcio di rigore per un presunto tocco di mano durante il flipper in area che coinvolge Darmian e Dumfries: Oliver si ferma qualche secondo per un breve check con il VAR che conferma la regolarità dell’azione.

Al 56′ mischia furibonda nell’area di rigore dell’Inter, con Ramos che finisce a terra dopo un contatto con Bastoni praticamente sulla linea di porta: il difensore nerazzurro mette il piede sinistro tra le gambe dell’attaccante del Benfica e tocca il pallone, andando poi all’inevitabile contatto con l’avversario durante lo slancio. Oliver non segnala un’irregolarità punibile con il rigore, il VAR non interviene perché si tratta di un contatto da campo già visto e valutato dal direttore di gara. Infine al 79′ richiamato dal VAR, Oliver va a rivedere l’azione del cross di Dumfries che impatta il braccio sinistro di Joao Mario che è largo, scomposto e che aumenta il volume del corpo: l’arbitro non ha dubbi e assegna il calcio di rigore a favore dell’Inter.

Benfica-Inter, Cesari boccia la prova di Oliver

A fare chiarezza è Graziano Cesari. A Canale 5 il moviolista di Mediaset spiega: «Con un arbitro come Michael Oliver non mi aspetto l’intervento del VAR. Evidentemente non è sicurissimo. Denzel Dumfries e Matteo Darmian non toccano di mano sul rigore reclamato dal Benfica. Con Alessandro Bastoni stavolta Oliver non ha avuto un bidone al posto del cuore”.

“Joao Mario, invece, entra in modo scomposto e non c’entra che tocca prima con la testa. Quella posizione del braccio è punibile sempre e comunque. La mano di Joao Mario è altissima e va ad impattare il pallone. Si assume un rischio e questo lo porta a causare un rigore perché quella è una posizione rossa si dice in gergo arbitrale ed è sempre punibile. Per la sua indecisione a Oliver dò 5. Al VAR dò invece 7».

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