Avrebbe compiuto 32 anni oggi Davide Astori, l’ex capitano della Fiorentina morto il 4 marzo scorso mentre si trovava in hotel prima della gara con l’Udinese. Un decesso ancora misterioso e su cui continuano le indagini della procura. Amatissimo da tutti, stimato da compagni e avversari, considerato un esempio di lealtà oltre che un campione, Astori fu rinvenuto senza vita nell’albergo La Moret di Udine prima della 27esima giornata dello scorso campionato. I compagni lo aspettavano per la colazione. Un semplice ritardo, la sveglia che forse non è suonata, un imprevisto risolvibile, si saranno probabilmente chiesti e ignari di tutto hanno iniziato a pensare a quale “pegno” far pagare al collega e amico ritardatario, che in realtà era ancora in quel letto in cui era andato a dormire la sera prima, ma senza vita. Il capitano aveva trascorso la serata nella camera di Sportiello, suo compagno di squadra. I due si sarebbero sfidati alla Play Station, poi il saluto e le ultime parole scambiate tra i due. “Asto, ti sei dimenticato le scarpe”, avrebbe detto Sportiello a Davide, che avrebbe semplicemente risposto che le avrebbe prese l’indomani mattina. I primi risultati dell’autopsia parlarono di morte cardiaca improvvisa seguita a fibrillazione ventricolare dovuta ad una cardiomiopatia aritmogena silente ma sulle reali cause della morte resta un mistero ancora aperto.
MALE KILLER – Si è parlato di una malattia-killer, silenziosa, che colpisce diversi atleti e che non sarebbe stata preventivabile la svolta sulle indagini c’è stata il mese scorso. La procura toscana, dopo aver letto le perizie del proprio superconsulente, il professore padovano Domenico Corrado, ha deciso di indagare per omicidio colposo non più ignoti ma due medici che hanno attestato l’idoneità all’attività agonistica del calciatore, alla medicina sportiva di Firenze, ma anche a Cagliari, dove Astori ha fatto il suo esordio in serie A nel 2008: Giorgio Galanti dell’ospedale di Careggi e Francesco Stagno, direttore sanitario dell’Istituto di Medicina dello Sport di Cagliari. Secondo il perito della procura, “i dati potevano indurre a uno stop del giocatore per fare esami più approfonditi”.
LA MAGLIA – La moglie di Astori, Francesca, chiede ancora giustizia e ricorda: «Quella mattina io e mio marito dovevamo andare alla messa e poi a votare, che c’erano le elezioni. Io però mi sveglio e ho le braccia come paralizzate, fredde, il corpo vuoto, una sensazione che non avevo mai provato in vita mia. Non sapevo nulla, ma sapevo già tutto». In seguito alla morte di Astori sia Fiorentina che Cagliari ritirarono la maglia n.13 che il difensore indossava per l’ammirazione che nutriva per Alessando Nesta.