La prima stagione di Cristiano Ronaldo alla Juventus è destinata a concludersi con due trofei in bacheca, la Supercoppa Italiana, vinta a gennaio contro il Milan proprio grazie a un gol del numero 7 durante il secondo tempo, e il campionato.
Bottino soddisfacente, ma non esaltante, considerando che per la prima volta da cinque anni i bianconeri hanno fallito la conquista della Coppa Italia e che anche questa volta la Champions League si è conclusa amaramente e prematuramente attraverso l’eliminazione ai quarti di finale ad opera dell’Ajax, nonostante le due reti segnate dal portoghese tra andata e ritorno, da unire alle tre con cui CR7 aveva guidato la rimonta sull’Atletico Madrid nel ritorno degli ottavi di finale.
Nessuna paura, comunque, per tifosi e società perché Ronaldo ha abbondantemente assicurato tutti sulla volontà di restare a Torino anche nella prossima stagione, questa volta con la Champions obiettivo primario.
Intervistato da Icon, supplemento a ‘El Pais’ in edicola domenica, Cristiano ha tracciato un primo bilancio, ma non tecnico, della sua annata d’esordio nel calcio italiano: “La prima cosa che faccio quando arrivo in un nuovo club è essere me stesso. La mia etica del lavoro è sempre la stessa. Alla Juve mi sono adattato perfettamente. Hanno visto che non sono un venditore di fumo”.
Chiaro il riferimento a chi aveva ironizzato sul suo arrivo in Italia nella parte finale della carriera e sulle possibili difficoltà nell’adattamento alla Serie A dopo tante stagioni tra Premier League e Liga con le maglie di Manchester United e Real Madrid.
Non manca anche una serie di consigli ai giovani per sfondare: “Devi essere umile, imparare che non sai tutto. Se sei intelligente, ottieni piccole cose che ti rendono migliore come atleta”.
Infine un’anticipazione sul futuro post-carriera: “Allenare? Perché no?”.
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