Dopo le necessarie quanto fin troppo rimandate dimissioni, l’ex presidente federale spagnolo, nonché vicepresidente dell’UEFA, Luis Rubiales, è comparso per la prima volta davanti a un giudice per l’udienza preliminare che lo vede accusato di aggressione sessuale e coercizione ai danni della calciatrice della nazionale iberica, Jenni Hermoso, per il bacio rubato durante la premiazione per il successo al Mondiale femminile.
Le decisioni del PM
La prima udienza per le indagini preliminari sul caso Rubiales che ha scosso il mondo del calcio femminile spagnolo, e non solo, si è chiusa con la decisione del PM di emettere un ordine restrittivo nei confronti dell’ex presidente federale. A Rubiales, infatti, il Pubblico Ministero Francisco de Jorge ha imposto l’obbligo di firma quindicinale fino al termine del procedimento penale e vietato avvicinare Jenni Hermoso: 500 metri di distanza minima dalla calciatrice e divieto di contattarla in qualsiasi modo.
La posizione di Rubiales
Queste le prime decisioni del PM che in mattinata ha interrogato Rubiales. Svolta a porte chiuse, l’udienza preliminare ha visto l’ex presidente federale arrivare con ben quarantacinque minuti di anticipo all’Audiencia Nazional di Madrid. Nessuna dichiarazione alla stampa presente in loco, ma secondo una fonte vicina all’accusa, come riportato dalla redazione di Sky Sport, in aula l’ex presidente avrebbe ribadito la sua posizione, negando le accuse e dichiarando la consensualità del bacio. Quello che è certo è che il primo passo della giustizia è stato compiuto, dando ragione alla posizione della Hermoso.
Calciatrici contro la Federcalcio spagnola
Nel frattempo, 39 calciatrici spagnole (tra cui anche la Hermoso, la due volte Pallone d’Oro, Alexia Puntellas, e altre 19 neo-campionesse mondiali), hanno redatto e firmato una nota ufficiale in cui confermano la loro attuale indisponibilità a rappresentare la propria Nazionale. Una protesta sorta principalmente perché, si legge: “I cambiamenti attuati (dalla Federcalcio, Ndr) non sono sufficienti per far sentire le giocatrici in un luogo sicuro e in cui le donne vengano rispettate“.